Il Papa «preoccupato per l’inverno demografico dell’Italia»

L’Angelus, nella 43ª Giornata per la vita. «Cerchiamo di fare in modo che fiorisca una nuova primavere di bambini e bambine». La preghiera per il Myanmar

«Sono molto preoccupato per l’inverno demografico che sta vivendo l’Italia: le nascite sono calate e il futuro è in pericolo; prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine». Al termine della preghiera dell’Angelus di ieri, domenica 7 febbraio, Papa Francesco ha ricordato con queste parole la 43ª Giornata per la vita, sul tema “Libertà e vita”. «Mi unisco ai vescovi italiani – ha detto – nel ribadire che la libertà è il grande dono che Dio ci ha donato e deve essere esercitato nella tutela della vita in ogni sua fase».

Un Angelus, quello di ieri, che ha visto il ritorno del pontefice alla finestra del Palazzo apostolico in piazza San Pietro, da dove mancava dal 20 dicembre scorso, a motivo delle restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus.  «Un’altra volta in piazza», ha esclamato salutando i fedeli che lo attendevano, nonostante la pioggia leggera. Quindi la riflessione legata al Vangelo del giorno, con la guarigione della suocera di Pietro, la stessa, ha sottolineato Francesco, attesa oggi da chi soffre. Evidenziando i gesti di Gesù, e cioè il suo avvicinarsi al malato, con tenerezza e compassione, il Papa ha ribadito che il prendersi cura dei malati di ogni genere non è per la Chiesa «attività opzionale o accessoria». Si tratta, al contrario, di una parte integrante della missione della Chiesa, come lo era di quella di Gesù che «si china, prende per mano per far rialzare l’altro. Non dimentichiamo – ha continuato il pontefice – che l’unico modo lecito di guardare una persona dall’alto in basso è quando tu tendi la mano per aiutarla a sollevarsi. L’unica. E questa è la missione che Gesù ha affidato alla Chiesa. Il Figlio di Dio manifesta la sua Signoria non dall’alto in basso, non a distanza ma chinandosi, tendendo la mano, nella vicinanza, nella tenerezza e nella compassione».

Al termine della preghiera dell’Angelus, il Papa ha ricordato con preoccupazione anche il Myanmar, segnato dal golpe militare dei giorni scorsi, chiedendo ai fedeli in piazza di recitare, nel silenzio, una preghiera comune. «In questo momento così delicato – ha detto – desidero assicurare nuovamente la mia vicinanza spirituale, la mia preghiera e la mia solidarietà al popolo del Myanmar e prego affinché quanti hanno responsabilità nel Paese si mettano con sincera disponibilità al servizio del bene comune, promuovendo la giustizia sociale e la stabilità nazionale per un’armoniosa convivenza democratica. Preghiamo per il Myanmar».

8 febbraio 2021