Antisemitismo, Spreafico (Cei): «Vergognoso» attacco online a Lia Tagliacozzo

Il presidente della Commissione per l’Ecumenismo e il dialogo commenta gli episodi avvenuti nel corso di un dibattito su Zoom. «È ora di finirla»

Il vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, sceglie parole durissime per commentare l’attacco antisemita svoltosi online contro la giornalista Lia Tagliacozzo domenica 10 gennaio, nel corso di un dibattito sulla piattaforma Zoom. Il contesto era la presentazione del libro “La generazione del deserto. Storie di famiglia, di giusti e di infami durante le persecuzioni razziali in Italia”; i temi affrontati: “Memoria e responsabilità”. E mentre si discuteva, sono entrate sullo schermo immagini di video nazisti accompagnati da una voce che inneggiava ad Hitler. Minacce come “Torneremo a prendervi” o “Vi bruceremo tutti”, scritte e insulti in diretta contro gli ebrei e svastiche.

Per il presule, «è vergognoso che in un momento così difficile, di crisi e di pandemia, ci siano persone che approfittano di pregiudizi e della crisi per lanciare insulti di stampo antisemita e nazista, non considerando la gravità di riprendere stereotipi antichi che si rifanno alla più tragica e oscura pagina della nostra storia e non hanno alcun fondamento con la realtà di oggi per affermare teorie deliranti. Su questi fenomeni sono molto duro. È ora di finirla», dichiara. Quindi ricorda che quanto accaduto non è che l’ultimo di una lunga serie di atti antisemiti che continuano a verificarsi nel nostro Paese. Basti pensare che il rapporto dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) registra solo nel primo trimestre del 2020 79 atti di antisemitismo, contro i 63 dello stesso periodo del 2019 e i 37 del 2018. Ed è di qualche giorno fa, aggiunge Spreafico facendo riferimento al territorio di Frosinone di cui è vescovo, «la pubblicazione su Facebook da parte di un consigliere comunale di Frosinone di un fotomontaggio con cui paragona i vaccini alle atrocità naziste». Un fotomontaggio sui cancelli di Auschwitz con la scritta “Il vaccino rende liberi” anziché “Arbeit macht frei”.

«Balordi», li definisce il vescovo, «che insieme ad altri, purtroppo numerosi, approfittano di questa situazione di crisi per dividere attraverso la divulgazione di stereotipi e contenuti altamente offensivi. Bisogna dire molto chiaramente – ribadisce – che questi signori che si permettono ancora di affermare simili atrocità ed esprimersi con questo linguaggio antisemita vanno perseguiti dalla legge. Le leggi esistono. Non è più accettabile». E ricorda l’istituzione da parte della presidenza del Consiglio dei ministri del “Gruppo di lavoro per la ricognizione sulla definizione di antisemitismo approvata dall’Ihra (International holocaust remembrance alliance)”, in cui anche il vescovo è stato chiamato a rappresentare la Conferenza episcopale italiana.

12 gennaio 2021