Povertà a Roma, Palmieri: «Serve un vero progetto»

L’arcivescovo fa il punto sugli aiuti economici messi in campo dalle istituzioni: «È mancata la programmazione». Il caso dei buoni spesa e il blocco degli sfratti

In tempi di Covid-19 la burocrazia è stata un’altra nemica delle famiglie emarginando, di fatto, i non “nativi digitali”. Linguaggio spesso tecnico, centinaia di norme a cui fare riferimento, domande da compilare online e in tempi ristretti, ritardi nell’attuazione di alcune misure con famiglie che necessitavano di una assistenza amministrativa. A questo tema è dedicata una sezione della IV edizione del Rapporto Caritas “Povertà a Roma: un punto di vista”, presentato oggi, 15 dicembre. La Caritas di Roma, che «non vuole dare per elemosina ciò che è dovuto per giustizia», ha evidenziato il direttore don Benoni Ambarus, ha avviato «percorsi di formazione sui diritti, con il relativo Osservatorio sui diritti e il Manuale Operativo sui diritti aggiornato costantemente», con la conseguente «accelerazione delle parrocchie che hanno aderito alla rete Caritas per ottimizzare la presa in carico delle persone portando a 180 le comunità in rete».

Il Rapporto accende i riflettori sul «fallimento» dei bonus affitti erogati dal Comune di Roma, «misura irrisoria rispetto alle reali esigenze: dopo sei mesi devono ancora essere erogati al 90% di coloro che ne hanno fatto richiesta», ha affermato il vicegerente della diocesi di Roma  Gianpiero Palmieri. Nella Capitale sono state presentate 49.213 domande e a oggi «sono state erogate somme estremamente inferiori (€ 245 a famiglia) a quanto annunciato – si legge nel Rapporto -. Non è solo l’esiguità della somma erogata a preoccupare le famiglie che si sono trovate in difficoltà nel pagare l’affitto ma anche i tempi: decine di migliaia di persone, alla fine di novembre 2020, non sanno quando potranno usufruirne».

Dall’arcivescovo Palmieri l’appello ad avviare «un vero progetto su Roma» perché  se da un lato «per far fronte a una situazione senza precedenti dal dopoguerra sono stati molti gli aiuti economici messi in campo dalle istituzioni per sostenere coloro che si trovavano in stato di disagio», dall’altro «le misure messe in atto hanno seguito la stessa logica che ha generato le sacche di disagio. È mancata la programmazione, spesso i municipi e gli altri enti preposti non sapevano nemmeno come arrivare a chi avesse più bisogno». Entrando nello specifico, ha portato l’esempio dei buoni spesa che a Roma «nel mese di aprile sono stati distribuiti senza alcuna graduatoria, se non quella temporale: chi prima presentava domanda, avendo le caratteristiche richieste, riceveva l’aiuto. Ben presto i buoni sono terminati, escludendo quanti – per incapacità o per mancanza di informazione – erano in stato di maggiore bisogno».

Anche le integrazioni al reddito sono risultate «insufficienti ed erogate con molti ritardi, escludendo coloro che non avevano posizioni regolari o vivevano di espedienti – ha proseguito l’arcivescovo -. Come avviene normalmente, anche durante questa crisi le diverse povertà si sono incrociate e si sono rafforzate in contesti di multiproblematicità: all’impoverimento si è associato il ritardo e il blocco dei percorsi terapeutici per persone con disturbi mentali e disabilità; il divario economico si è associato a quello culturale e digitale creando ritardi nei percorsi scolastici dei bambini più fragili; sono cresciuti la conflittualità familiare e il disagio psicologico delle persone con disturbi del tono dell’umore, crisi d’ansia e panico».

Se le reiterate proroghe sul blocco degli sfratti e la possibilità di concordare proroghe per il pagamento degli affitti «hanno evitato un’ondata di famiglie che potrebbero perdere la casa», Palmieri osserva che il problema non è risolto perché si «rischia di vedere gli effetti più nefasti nel corso del 2021» anche nella Capitale, dove ci sono 14mila nuclei familiari in graduatoria per un alloggio di edilizia pubblica e «dove è completamente assente un piano per l’abitare – ha concluso il vicegerente -. Una metropoli che nel pieno dell’emergenza sarà chiamata a rinnovare il consiglio comunale e la scelta del proprio sindaco, in una campagna elettorale in cui, finora, sono emersi molti candidati ma sono mancate idee, lavoro nei territori e partecipazione».

15 dicembre 2020