Trenta bambini di oncologia a Lourdes con l’Unitalsi

La presidente regionale Preziosa Terrinoni presenta il pellegrinaggio (26 aprile-2 maggio): «Ambiente a misura di piccoli, un treno con colori e disegni»

La presidente regionale Preziosa  Terrinoni presenta il pellegrinaggio, dal 26 aprile al 2 maggio: «Ambiente a misura di piccoli, un treno con colori e disegni»

Partirà domenica 26 aprile dalla stazione Ostiense, e si concluderà sabato 2 maggio, il primo pellegrinaggio dell’anno a Lourdes della sezione Romana-Laziale dell’Unitalsi. Un viaggio di speranza e ringraziamento per i 540 partecipanti previsti, e un momento speciale per i circa 30 bambini malati del reparto oncologia del Policlinico Gemelli, che partecipano come sempre negli ultimi anni, seguiti dalle loro famiglie. Un pellegrinaggio che darà l’opportunità ai fedeli di pregare nel nuovo piazzale antistante la grotta, riaperto ai fedeli nel giorno di Pasqua dopo i lavori di ristrutturazione. Come spiega la presidente regionale, Preziosa Terrinoni, «questo è il pellegrinaggio più toccante, perché portiamo molti malati adulti terminali, ma soprattutto perché ci sono i bambini, di cui vediamo da vicino la bellezza». Bambini malati, provenienti da ogni parte d’Italia, spesso in condizioni critiche, che sentono il dolore fisico, e vivono e vedono nel corpo i segni evidenti della malattia.

«Per loro – continua la presidente – questo pellegrinaggio è un momento di ricreazione e di cambiamento, e noi cerchiamo di creare un ambiente a loro misura, a partire dal treno su cui viaggiano, addobbato con colori e disegni, e animato da canti e musica». I bambini sono protagonisti, quindi, anche del passaggio di preghiera davanti alla grotta, e dell’omaggio floreale alla Madonna, portato proprio dai piccoli malati, che nel maggio di due anni fa sono stati ricevuti e salutati da Papa Francesco a Santa Marta, come “premio” per il disegno più bello della grotta di Lourdes, tra quelli realizzati da loro.

Un momento importante e delicatissimo anche per le famiglie che accompagnano i piccoli malati, e che vivono i giorni di pellegrinaggio col cuore pieno di speranza: «Le mamme e i papà partono per Lourdes portando nel cuore la preghiera per la guarigione fisica del proprio figlio; anche se non la ottengono, come purtroppo spesso succede, qui possono trovare la serenità del cuore e la risposta a tante domande sul senso del dolore che vivono». Insieme a loro partecipa anche una parte del personale medico ed infermieristico del Gemelli: «Partecipiamo tutti come volontari – spiega Terrinoni – ma rappresentiamo un sostegno per i genitori di questi bambini, che spesso hanno bisogno di parlare, di tirare fuori dal loro cuore l’angoscia e la tristezza, di pregare insieme».

Tra i volontari, barellieri e sorelle, ci sono anche i genitori che hanno partecipato al pellegrinaggio negli anni scorsi, ma poi hanno perso i loro bambini, e che «decidono comunque di continuare a venire, per dedicarsi agli altri, nel ricordo del proprio figlio».
Forte di un’esperienza decennale, Preziosa Terrinoni descrive il pellegrinaggio come frutto di una chiamata particolare, e come esperienza diversa, ogni anno: «C’è un carico emotivo enorme – continua – ma nessuno di noi vuole rinunciarci. Siamo affezionati a questo posto, lo sentiamo come casa nostra, e sappiamo che il pellegrinaggio cambia chi lo fa, tocca le corde dei cuori più duri, guarendo l’anima prima del corpo».

24 aprile 2015