Prevenzione degli abusi sui minori, formati da Ac, Csi e Papa Giovanni XXIII 289 operatori

I dati del progetto “Safe”, resi noti in occasione della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e la violenza sessuale

289 operatori e 97 studenti universitari del corso di criminologia dell’Università di Bologna, a cui si aggiungono altri 317 educatori che inizieranno una formazione nei prossimi giorni. Sono i primi dati del progetto “Safe” – cofinanziato dall’Unione europea -, che vede Azione cattolica, Centro sportivo italiano e Comunità Papa Giovanni XXIII impegnate insieme nella formazione dei loro associati con l’obiettivo della prevenzione degli abusi sessuali sui minori. Tutto affinché «nei rispettivi ambienti, nelle attività e nelle relazioni i minori possano crescere in sicurezza», si legge nella nota diffusa in occasione della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e la violenza sessuale.

«Come anche questo tempo di pandemia ci racconta, rimettere al centro le buone relazioni tra individui e tra generazioni è più che mai fondamentale per alimentare fiducia e speranza in tempi migliori – riflette il presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana Matteo Truffelli -. Ciò significa anche (ri)dare centralità e attenzione ai processi educativi, e in particolare al ruolo, alla responsabilità, che gli adulti hanno nella formazione delle giovani generazioni». Allo stesso tempo però, «perché questo si trasformi in percorsi sani e certi di crescita individuale per ciascuno», occorre assicurarsi «che gli adulti siano, a loro volta, adulti formati e consapevoli del loro ruolo, adulti in grado di garantire cura e tutela dell’integrità fisica e psicologica dei più piccoli che ci sono affidati».

Torna con la memoria alle origini del Centro sportivo italiano, nel 1944, il presidente Vittorio Bosio. «Il Csi – afferma – è nato per i più piccoli. E nella storia la fedele attenzione ai più piccoli è sempre rimasta prioritaria. La parola Safe è la parola chiave nel nostro anno sportivo. Safe – prosegue – vuole per noi essere quella password di sicurezza fisica, di incolumità alla salute e anche di protezione da abusi di ogni tipo: sessuale, emotivo, intellettivo, che possono accadere anche negli ambienti dello sport. Abbiamo dei compagni di squadra eccellenti in questo progetto che è a tutela dei minori. Per formare allenatori e tecnici capaci di intercettare preventivamente i rischi. Sentinelle ò le definisce -, con le antenne alzate per captare e prevenire eventuali situazioni di pericolo, prima che sia tardi».

Per il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda, «scommettere sulla formazione di adulti affidabili significa non solo garantire ambienti e attività sicure per la crescita dei minori ma rimettere al centro l’educazione, come via per custodire le relazioni e generare speranza e fiducia nel futuro. In questo tempo complesso è importante immettere uno sguardo vigile perché ai minori, già limitati nella scuola, nel tempo libero, nelle loro espressioni sociali di gruppo, siano garantiti spazi e tempi per esprimersi in modo sereno».

18 novembre 2020