I vescovi: «Invariate le norme relative alle celebrazioni con il popolo»

L’Ufficio comunicazioni sociali della Cei chiarisce alcuni aspetti relativi all’ultimo dpcm, del 24 ottobre. Il richiamo al protocollo del 7 maggio

Le nuove misure per fronteggiare l’emergenza coronavirus contenute nel dpcm del 24 ottobre, illustrato ieri dal premier Conte, lasciano invariato l’aspetto che riguarda le celebrazioni liturgiche con il popolo. Lo conferma il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana Vincenzo Corrado, chiarendo che non cambia quanto previsto nel protocollo siglato il 7 maggio scorso, «integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico».

 All’art.1 p. 9 lett. q del nuovo Decreto si legge: «Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal governo e dalle rispettive confessioni di cui agli allegati da 1, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, a 7′». E tra le indicazioni del Cts, a titolo esemplificativo, si segnalano: «Guanti non obbligatori per il ministro della comunione, che però deve igienizzarsi accuratamente le mani; celebrazione delle cresime assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando); la stessa attenzione vale per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati; reintroduzione dei cori e cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti». Distanze che possono essere ridotte solo «ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet». L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali ed in particolare il distanziamento di almeno 2 metri.

Ancora, «durante la celebrazione del matrimonio gli sposi possono non indossare la mascherina; durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune».

26 ottobre 2020