Unicef e Banca mondiale: dopo la pandemia, peggiora la povertà dei bambini

Prima del coronavirus, viveva in povertà estrema circa 1 bambino su 6, pari a 356 milioni. Samengo (Unicef Italia): «Cruciali le misure di protezione sociale»

Circa 1 bambino su 6 – pari a 365 milioni a livello globale – viveva in povertà estrema già prima della pandemia. È il dato della nuova analisi lanciata ieri, 20 ottobre, da Banca mondiale e Unicef, insieme alla previsione di un significativo peggioramento. Anche se i bambini rappresentano circa un terzo della popolazione globale, circa metà di coloro che vivono in povertà estrema sono minorenni, viene evidenziato nel rapporto. I bambini hanno più del doppio delle probabilità di vivere in povertà estrema rispetto agli adulti: il 17,5% , contro il 7,9% degli adulti. E i più colpiti sono proprio i bambini più piccoli sono i più colpiti: basti pensare che circa il 20% di tutti i bambini al di sotto dei 5 anni nei Paesi in via di sviluppo vive in famiglie estremamente povere.

“Global estimates of children in monetary poverty: an update” (Stime globali dei bambini in povertà economica: un aggiornamento): questo il titolo dell’analisi, che mostra come in Africa Sub Sahariana, dove le reti di sicurezza sociale sono limitate, si trovano i due terzi dei bambini che vivono in famiglie che combattono per sopravvivere con una media di 1,90 dollari al giorno o meno per persona- la misura internazionale della povertà estrema -. Circa un quinto di questi bambini vive in Asia meridionale.

L’analisi mostra che il numero di bambini che vivono in condizioni di povertà estrema è moderatamente diminuito di 29 milioni tra il 2013 e il 2017. L’Unicef e la Banca mondiale ricordano che «ogni progresso fatto negli ultimi anni è rallentato in modo preoccupante, distribuito in modo diseguale e a rischio a causa dell’impatto economico della pandemia di Covid-19». Secondo lo studio, la povertà infantile è maggiormente presente in Paesi fragili e colpiti da conflitto, dove oltre il 40% dei bambini vive in famiglie estremamente povere, rispetto a circa il 15% dei bambini negli altri Paesi. Lo studio rileva anche che più del 70% dei bambini in povertà estrema vive in famiglie in cui il capofamiglia lavora nel settore agricolo.

«La crisi di Covid-19 attuale continuerà ad avere impatti sproporzionati su bambini, donne e ragazze, minacciando di invertire i traguardi duramente conquistati per raggiungere l’uguaglianza di genere – commenta il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo -. Le misure di protezione sociale hanno un ruolo cruciale per mitigare i meccanismi di ripresa dei poveri e dei vulnerabili, sia nella risposta immediata al Covid-19 sia nella ripresa di lungo periodo». Da Carolina Sánchez-Páramo, direttore globale per la Povertà e l’Equità della Banca Mondiale, l’invito ai governi a «supportare adesso le famiglie con bambini poveri» e a «ricostruire il capitale umano durante la ripresa. Il fatto che 1 bambino su 6 viveva in povertà estrema e che il 50% di coloro in povertà estrema a livello globale erano bambini prima della pandemia di Covid-19 rappresenta una grave preoccupazione per tutti noi – aggiunge -. La povertà estrema priva centinaia di milioni di bambini dell’opportunità di raggiungere il loro potenziale, in termini di sviluppo fisico e cognitivo, e minaccia le loro abilità di trovare un buon lavoro da adulti».

21 ottobre 2020