Liceo Tacito, didattica integrata e ingressi differenziati

Nelle due sedi di Prati e Primavalle, l’obiettivo è la sicurezza. La preside Pucci: «Tecnologia, ancora di salvezza ma la scuola è fatta di relazione e presenza»

Bilanciare due diritti: quello all’istruzione e quello alla sicurezza. È l’imperativo del Liceo Tacito, che nelle due sedi di Prati e Primavalle ospita oltre mille studenti tra Classico e Linguistico. «La didattica a distanza – precisa la preside Daniela Pucci – è stata un’ancora di salvezza ma la scuola è fatta di relazione e di presenza, è fatta dalle persone e non possiamo permetterci di far venire meno uno di questi due sacrosanti diritti». Per questo il Tacito, come molte altre realtà, ha strutturato «un’organizzazione con la presenza fisica di una parte della classe, in congruenza con gli spazi disponibili, e l’altra in collegamento streaming a distanza». Ciò avviene nella sede centrale di via Giordano Bruno, dove gli spazi sono più limitati, mentre nella sede succursale di via Viti è stato possibile avere tutti gli studenti presenti.

Si accede agli edifici da tre ingressi diversi «in modo tale – spiega la preside – da non creare assembramenti; in più abbiamo interdetto l’uso delle macchinette erogatrici di snack e limitato la ricreazione ai soli spazi delle aule», anche se si sta pensando di allargare al cortile esterno, sempre nel rispetto delle distanze. «Per garantire la sicurezza – sottolinea Pucci – dobbiamo creare delle “bolle” per far incontrare il meno possibile gli studenti di classi diverse, anche se ci rendiamo conto che questo stona con il dna della scuola».

Per quanto riguarda la didattica divisa tra presenza e streaming, «sta procedendo piuttosto bene e i ragazzi riescono a seguire», racconta la professoressa Gioia Battilomo, docente di matematica. Il problema si porrà al momento delle verifiche ma anche nelle lezioni quotidiane «è sempre più facile seguire chi è in aula e spiegare meglio». Le lezioni vengono riprese con i computer inquadrando il professore o direttamente la lavagna «e solo in alcuni casi – precisa la docente – c’è qualche problema nel coinvolgere i ragazzi o dal punto di vista tecnologico». Proprio la tecnologia infatti «a volte rappresenta un ostacolo perché non tutti i professori sono abituati, ma è anche vero che sono stati spesi molti soldi per migliorare gli strumenti e la rete wi-fi», racconta Giancarlo Zelli, studente di quinta e rappresentante d’istituto. «La concentrazione da casa è difficile e i docenti si stanno pian piano aggiornando all’uso diverso dei computer, anche perché la scuola sta aspettando ulteriori fondi per i microfoni ambientali, altrimenti non riusciamo ad avere un confronto con i nostri compagni presenti fisicamente in aula». Per il rappresentante d’istituto, questi sono gli unici problemi: «Quando siamo a scuola ci sentiamo al sicuro e totalmente protetti».

A essere penalizzate dalla didattica a distanza, le relazioni interpersonali. «Siamo stati felici di tornare – riferisce Giancarlo – anche perché era diventato insopportabile rimanere chiusi in casa. Ancora adesso non vediamo la luce in fondo al tunnel e siamo disorientati, soprattutto noi dell’ultimo anno che dovremmo pensare all’università». L’emergenza sanitaria infatti tocca soprattutto «il vivere quotidiano a scuola, perché avremmo voluto fare tutte le cose tipiche del quinto anno e in più alcuni nostri compagni non li vedremo per molte settimane essendo separati dallo streaming».

I dati sui contagi nazionali delle ultime settimane però spaventano un po’ tutti. «Anche tra noi docenti – spiega Battilomo – c’è chi è molto in ansia ma anche chi in modo più tranquillo si è adeguato facilmente alle norme e tutti i dipendenti della scuola stanno dando il massimo». Anche le famiglie, spiega la dirigente scolastica, «sono coinvolte e costantemente aggiornate e abbiamo creato dei momenti di condivisione». I genitori sono ovviamente preoccupati «ma sono anche consapevoli che la precarietà che spesso viene descritta dai telegiornali non coincide con la realtà e che tutti ci stiamo battendo per la sicurezza e la crescita dei ragazzi».

7 ottobre 2020