Ufficio catechistico, formazione a distanza

Il direttore don Cavallini: «Riorganizzazione drastica» per garantire il rispetto delle norme anti Covid. Un solo corso in presenza. Impossibili gli eventi aggregativi. Simile agli altri anni invece la preparazione al battesimo offerta dal Servizio per il catecumenato

A motivo dell’emergenza sanitaria per l’epidemia di coronavirus, la proposta formativa dell’Ufficio catechistico diocesano per il nuovo anno pastorale ha dovuto subire una «riorganizzazione drastica». A spiegarlo è don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio: «Per garantire il rispetto delle necessarie misure di prevenzione del contagio da Covid-19 – dice – verrà proposto un solo corso in presenza, che si avvarrà comunque, per la metà degli incontri, dell’uso della tecnologia». Si tratta di una proposta per la formazione permanente dei catechisti, che sarà articolata in due parti: «Fino a Natale – illustra il sacerdote – affronteremo l’esortazione apostolica di Papa Francesco sull’amore nella famiglia, “Amoris laetitia”, mentre nella seconda parte dell’anno il testo di riferimento sarà l’enciclica “Laudato si’”, sulla tutela del Creato».

Per il resto, la formazione dei catechisti «verrà fatta a distanza, online, sulla base degli ottimi riscontri avuti durante il tempo del lockdown, vera occasione per ripensare la catechesi in profondità, valorizzando anche le esperienze di pastorale e liturgiche vissute in modalità nuova». Cavallini riferisce in particolar modo del riscontro «assolutamente positivo avuto a giugno», rispetto ad un corso di formazione che «avevamo pensato per un gruppo di 35 persone, così da garantire il dibattito e la possibilità di un approccio in qualche modo laboratoriale – spiega -, mentre sono state 200 le richieste di partecipazione e abbiamo dunque lavorato con 4 gruppi da 50 persone». L’alta adesione dice «della volontà dei catechisti e di chi è impegnato nella formazione di voler sfruttare questo tempo e il desiderio di cogliere un’occasione», sono ancora le parole di Cavallini. Da qui, la decisione di «fare la stessa proposta durante quest’anno pastorale», cominciando da un corso base a ottobre e proseguendo poi con uno «di secondo livello a novembre, che ha l’intento di accompagnare i catechisti rispetto ad alcuni cambiamenti che interesseranno la liturgia, con l’introduzione del nuovo Messale», il cui uso sarà obbligatorio dalla prossima Pasqua.

Si svolgerà invece tutto in presenza il cammino di preparazione al sacramento del battesimo offerto dal Servizio diocesano per il catecumenato, che afferisce all’Ufficio catechistico del Vicariato. «Tra primo e secondo anno, la formazione coinvolge circa 150 persone – dice Cavallini -, che verranno accolte secondo calendari differenziati nella grande Sala Tiberiade del Seminario Maggiore, uno spazio adeguato, per la sua grande capienza, a garantire le distanze di sicurezza richieste», ribadite nelle scorse settimane in una lettera indirizzata a tutti i parroci della diocesi dal prelato segretario del Vicariato Pierangelo Pedretti, alla luce delle “Linee operative per la ripresa della catechesi” pubblicate dalla Cei il 2 settembre scorso. Proprio in relazione a queste indicazioni, Cavallini fa sapere che «non sarà possibile organizzare grandi momenti aggregativi quali la tradizionale Festa dei cresimandi», e tuttavia «in sinergia con il Servizio per la pastorale giovanile, quello per le vocazioni e quello per la Cultura e l’università, e con l’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport – racconta – stiamo studiando la proposta di un pellegrinaggio diocesano per i più giovani, da compiere in parallelo e divisi in gruppi, ma c’è bisogno di tempo per perfezionarlo e renderlo fruibile in base alle restrizioni anti-contagio». Se la parte logistica e organizzativa di ogni attività presenta e presenterà «senza dubbio delle difficoltà – sottolinea Cavallini -, è altrettanto vero che la grande incertezza sui tempi e i modi che abbiamo a disposizione al momento attuale ci costringe all’essenziale e ci aiuta a sfrondare, ad andare al cuore di ciò che vogliamo dire e comunicare come catechisti e formatori, innescando senza dubbio un processo virtuso».

29 settembre 2020