Medio Oriente, Michel Abs è il nuovo segretario generale del Consiglio delle Chiese

65 anni, economista e sociologo, appartiene alla Chiesa greco ortodossa di Antiochia. Lo ha eletto il Comitato esecutivo. Sarà in carica per 4 anni

Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (Mecc) ha un nuovo segretario generale: è Michel Abs, 65 snni, membro del Comitato etico di ricerca presso la Université Saint-Joseph de Beyrouth, l’ateneo dei Gesuiti libanesi. A eleggerlo, informa l’Agenzia Fides, nella riunione tenutasi presso la sede patriarcale maronita a Bkerké (Libano), è stato il comitato esecutivo del Mecc. Abs occuperà la carica per i prossimi quattro anni; a coadiuvarlo, il il sacerdote e teologo cattolico melchita Gaby el Hachem, fino ad ora direttore del dipartimento di Teologia e rapporti ecumenici del Mecc.

Economista e sociologo, con una lunga esperienza nel settore della gestione e della consulenza aziendale, Abs ha compiuto anche studi e ricerche sul tema della presenza delle comunità cristiane in Medio Oriente e su questioni connesse al dialogo interreligioso.

Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ricordano da Fides, «ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale». Vi aderiscono una trentina di Chiese e comunità ecclesiali, appartenenti a quattro “famiglie” diverse: quella cattolica, quella ortodossa, quella ortodossa orientale e quella evangelica. Il nuovo segretario generale, seguendo il criterio della rotazione, appartiene alla Chiesa greco ortodossa di Antiochia, il cui Patriarca, Yohanna X, risiede a Damasco.

Durante la riunione del Comitato esecutivo, il segretario uscente Souraya Bechealany, docente di Teologia all’Université Saint-Joseph de Beyrouth, ha tenuto una relazione conclusiva, mettendo al centro alcuni spunti critici relativi al modus operandi dei responsabili delle comunità cristiane in Medio Oriente. Tra le altre cose, ha messo in evidenza la loro “debolezza” nel condividere una «visione comune» in grado di farsi carico delle emergenze sociali, geopolitiche, teologiche e ecumeniche del tempo presente.

24 settembre 2020