Sulla Laurentina nasce il “Rifugio per Agar”

Inaugurata dal cardinale Vallini la nuova struttura voluta dalla comunità dei Santi Martiri dell’Uganda che già ospita 3 nuclei familiari. Giusy, una delle ospiti: «La paura qui si trasforma in amore»
Per chiunque bussi si apre la porta dell’accoglienza, nella parrocchia dei Santi Martiri dell’Uganda, al quartiere Laurentino. Da ora, poi, con nuovi spazi e nuove possibilità. Ieri pomeriggio, martedì 9 settembre, il cardinale vicario Agostino Vallini ha benedetto i nuovi locali del «Rifugio per Agar», un appartamento di circa 250 metri quadri in via Laurentina 447, che da subito potrà ospitare cinque nuclei familiari, ciascuno dei quali disporrà di servizi igienici indipendenti. «Lo spazio, che sorge all’interno del complesso dell’abazia delle Tre Fontane, ci è stato concesso dai frati Trappisti. Prima ospitava il noviziato delle Piccole sorelle di Gesù di Charles de Foucauld», spiega don Luigi D’Errico, da sette anni parroco ai santi Martiri dell’Uganda. «Avevamo già due case famiglia nella parrocchia – prosegue il parroco – ma lì la permanenza dei nuclei familiari è limitata nel tempo. Nel Rifugio di Agar invece, che abbiamo iniziato a ristrutturare a fine marzo di quest’anno e che prende il nome dalla schiava e concubina di Abramo, di cui il Signore si prese cura dopo che fu cacciata, le persone possono rimanere più a lungo, finché non trovano un alloggio e un lavoro». La struttura è pensata soprattutto per donne sole con bambini, spesso vittime di maltrattamenti, «a cui cerchiamo di dare la precedenza», puntualizza don D’Errico, ma un domani si potranno ospitare anche persone anziane.

Sono già tre i nuclei familiari cui il Rifugio dà accoglienza. «Abbiamo una ragazza marocchina con tre bambine, una italo cubana e una ragazza del Congo, entrambe con una bimba. Questa è un’opera della Chiesa che deve rimanere negli anni, indipendentemente da chi in futuro guiderà la parrocchia», conclude il sacerdote. Il cardinale Vallini ha visitato a lungo i nuovi locali dell’appartamento, completamente ristrutturato. «Non è sempre vero che l’uomo abusa dell’uomo. È vero piuttosto – ha detto il porporato – che il bene non fa notizia. Questa iniziativa invece fa emergere l’iceberg del bene che c’è, in tante forme. Il bene c’è e costruisce ponti, rapporti, dà coraggio e fiducia. Questo rifugio testimonia proprio questa verità». Poi, concludendo, si è rivolto alle ragazze ospiti della struttura: «Ricordatevi che voi siete delle grandi donne. Avete avuto il coraggio di affrontare la vita sole, con delle bambine, in un Paese straniero. Ma il Signore vi conduceva. Voi state sulla strada giusta. Come scrive Papa Francesco nella Evangelii gaudium, voi fate del bene a noi, voi ci fate capire cos’è la vita».

La nuova possibilità di accoglienza e solidarietà, grazie al Rifugio, si inserisce con coerenza nella storia dell’abazia delle Tre Fontane, una storia di dono e di generosità. «Questo monastero è stato donato da Papa Innocenzo II a san Bernardo – ha ricordato l’abate padre Jaques Brière – per ringraziarlo della sua attività al servizio della Chiesa. Oggi le Tre Fontane diventano un luogo dove la solidarietà si manifesta. Con la Casa di Giorgia, già attiva, e con questa nuova iniziativa dovuta alla parrocchia dei Martiri dell’Uganda. Qui si esprime la solidarietà umana. Impariamo a riconoscere la successione di testimonianze che vengono dalle Tre Fontane». «La metodologia con cui procederemo – ha spiegato Francesca Raiss, responsabile dell’accoglienza del Rifugio – è tutta nel nome della nostra onlus, tratto da un pensiero di Charles de Foucauld: cercheremo di fare “il più gran bene possibile”». «Con il nuovo Rifugio per Agar – ha detto Giusy, una delle ospiti, a nome di tutte – l’incertezza e la paura che io ho provato per me stessa e soprattutto per mia figlia si trasformano in amore, fede e nella speranza di dare un futuro migliore ai nostri figli».

10 settembre 2014