“Papa Giovanni XXIII”, le iniziative per il Tempo del creato

La Comunità guidata da Giovanni Paolo Ramonda aderisce con una serie di iniziative, tra cui l’evento “Un pasto al giorno”, nelle principali città

Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, entra nel Tempo del creato, in comunione con la Chiesa universale, dal 1° settembre al 4 ottobre. Lo fa in tutti i Paesi in cui è presente con le proprie esperienze di condivisione, in comunione con la Chiesa universale, «nell’anno dedicato da Papa Francesco all’enciclica Laudato si’, nel quale il pontefice ha voluto sottolineare l’importanza e l’urgenza per l’uomo di prendersi cura della Casa comune».

A spiegarlo è Giovanni Paolo Ramonda, il presidente della Comunità, che ha raccolto il testimone dalle mani di don Benzi. «Il Tempo del creato – spiega – è un periodo ecumenico forte, momento per rinnovare la nostra relazione con il nostro Creatore e con la sua creazione attraverso la celebrazione, la conversione e l’impegno, personale e comunitario». Proprio per questo la “Papa Giovanni XXIII” aderisce con una serie di iniziative «di preghiera e di azione». A cominciare da un percorso in Italia e nelle missioni all’estero dedicato alla promozione della cura della terra, con esperienze di agricoltura inclusiva e sostenibile, agricoltura familiare e autoproduzione. Si continua quindi con la preghiera continua mondiale per tutto il Tempo del creato; l’Eucaristia mondiale online dedicata al Tempo del creato e presieduta da padre Luca Morigi, il 2 ottobre; il ritiro spirituale dedicato alla missione e alla pace, in programma dal 2 al 4 ottobre. Ancora, in programma anche un incontro di conoscenza con le Chiese cristiane pentecostali, il 3 ottobre, con il docente universitario Paolo Naso.

Il primo appuntamento però, il 26 e 27 settembre, è quello con Un pasto al giorno: i volontari della Comunità saranno presenti nelle principali città d’Italia, sui sagrati delle chiese e nelle piazze, per mettere l’accento sulle nuove povertà, sensibilizzando «sui bisogni e le necessità di persone che fino a oggi riuscivano a sopravvivere dignitosamente ma che, a causa della pandemia, sono precipitate in una condizione di indigenza».

2 settembre 2020