Coronavirus, la riapertura delle scuole «esigenza primaria». Come la sicurezza

La nota del Comunicato tecnico scientifico: no alle mascherine se è garantito il metro di distanza. La necessità di affiancare altre misure preventive

Da una parte l’apertura delle scuole, «esigenza primaria del Paese», dall’altra «la sicurezza e la continuità delle attività». Questi i due poli attorno a cui si articola la nota diffusa ieri, 1° settembre, dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus. «Accanto alle esigenze didattiche e formative – si legge nel testo -, è necessario prendere in considerazione il principio di precauzione, la protezione dei lavoratori, la efficacia, la sostenibilità e la accettabilità delle misure proposte». Proprio per questo, ricordano gli esperti, sono stati elaborati «diversi documenti con elementi tecnici di valutazione, sottoposti al decisore politico, circa la possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2, con l’obiettivo di garantire la salute e la sicurezza per la riapertura delle scuole per il nuovo anno scolastico».

Prima ancora, indicazioni erano arrivate dall’Oms rispetto all’uso delle mascherine in ambito scolastico, con le opportune differenziazioni per fasce d’età: fra i 6 e gli 11 anni, uso condizionato alla situazione epidemiologica locale; dai 12 anni in poi, la linea scelta è quella di utilizzare le stesse previsioni di uso degli adulti. Il 31 agosto poi la conferenza promossa da Oms e dal ministro della Salute italiano Roberto Speranza, nella quale si è ribadita «la necessità di affiancare l’uso delle mascherine alle altre misure preventive, quali il distanziamento sociale, la sanificazione delle mani, l’etichetta respiratoria ,un’accurata informazione ed educazione sanitaria in linguaggio adeguato all’età degli studenti».

Il Comitato tecnico scientifico aggiunge una serie di raccomandazioni tecniche. Anzitutto, rispetto al distanziamento, «in tutti i contesti di condizione statica, il Cts ribadisce l’importanza dell’uso delle mascherine», con alcune precisazioni. In particolare, «nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità, con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto). Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti – si legge ancora nella nota -, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria».

L’uso delle mascherine tuttavia, ricordano gli esperti, è «solo una delle misure di prevenzione che devono essere implementate in ambito scolastico in una corretta associazione con tutte le altre misure già raccomandate al fine limitare la circolazione del virus», come l’igiene dell’ambiente e personale, il ricambio d’aria e la sanificazione ordinaria. Fermo restando che «il dato epidemiologico, le conoscenze scientifiche e le implicazioni organizzative riscontrate potranno determinare una modifica delle raccomandazioni proposte, anche in relazione ai differenti trend epidemiologici locali, dall’autorità sanitaria, che potrà prevedere l’obbligo della mascherina anche in situazioni statiche con il rispetto del distanziamento per un determinato periodo, all’interno di una strategia di scalabilità delle misure di prevenzione e controllo bilanciate con le esigenze della continuità ed efficacia dei percorsi formativi».

2 settembre 2020