Metro C, lo scalo di Amba Aradam dedicato a Marincola

Partigiano italo-somalo ucciso dai nazisti tedeschi nel ’45, a 22 anni. La petizione di Coccia e Saviano. La richiesta dell’Anpi per l’allestimento della stazione

La data di fine lavori e apertura al pubblico non è ancora nota ma c’è già il nome. Lo scalo della metro C che collegherà la stazione di San Giovanni con quella dei Fori Imperiali sarà dedicato a Giorgio Marincola, partigiano italo-somalo ucciso dai nazisti tedeschi il 4 maggio 1945 a un posto di blocco a Stramentizzo, in Val di Fiemme (Trentino). Il via libera dell’assemblea capitolina è giunto il 4 agosto scorso e modifica l’iniziale denominazione della stazione Amba Aradam/Ipponio, scelta rispettando la toponomastica delle vie adiacenti alla struttura. Grata al Campidoglio per l’impegno assunto, l’Anpi di Roma (Associazione nazionale partigiani d’Italia) nelle prossime settimane chiederà al Comune l’autorizzazione per l’allestimento della stazione. L’associazione dei partigiani, quelle dei migranti, la Casa della memoria e gli enti che hanno sostenuto la proposta vorrebbero «contribuire ulteriormente all’iniziativa» e con l’Istituto storico possono fornire «documenti e fotografie per permettere a chi transita dalla stazione di avere una visione complessiva della storia di Giorgio Marincola», spiega Fabrizio De Sanctis, presidente provinciale dell’Anpi Roma.

Una sorta di mostra perenne che sarà incentrata sul partigiano medaglia d’oro al valor militare e che prevede una parte dedicata alla battaglia di Amba Aradam combattuta nel febbraio 1936, che causò la morte di 20mila etiopi. «Un massacro orribile con l’uso di gas tossici celato per decenni, che deve invece essere ricordato», prosegue De Sanctis, secondo il quale in questo momento storico è «fondamentale» far conoscere ai giovani pagine di storia e figure che hanno gettato le fondamenta «del nostro sistema istituzionale e della nostra Costituzione, un canto antifascista dal primo all’ultimo articolo. In un momento socio-economico tanto delicato generato dalla pandemia, la Costituzione è l’indirizzo moderno per uscire dalla crisi».

I giornalisti Massimiliano Coccia e Roberto Saviano sono stati i primi a lanciare una petizione sulla piattaforma change.org per intitolare la fermata della metro al “partigiano nero”. Migliaia le firme raccolte, alle quali ha fatto seguito il secco no del municipio VII secondo il quale si trattava di un’operazione di «marketing territoriale che non deve essere mortifero». La parola fine alla diatriba è arrivata direttamente dall’aula consiliare che si è espressa con 27 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astenuti decretando che Roma «non dimentica» ed è «orgogliosamente antifascista», come ha rimarcato il sindaco Virginia Raggi. Per la prima cittadina, «oggi più che mai è ancora più importante poter celebrare questi valori per non dimenticare. Marincola fu un partigiano antifascista che sacrificò la sua vita per il bene del nostro Paese, il suo esempio mantiene vivo il ricordo di chi morì per la liberazione d’Italia. Intitolargli la stazione è un segnale preciso e importante, soprattutto in questo periodo storico. La memoria è fondamentale per dare il giusto valore al passato e guardare al futuro senza commettere gli stessi errori».

Maria Agnese Catini, presidente della commissione capitolina alle Politiche sociali ha colto l’occasione per ricordare che sono già stati modificati «i nomi di strade intestate ai sottoscrittori del Manifesto della Razza e su questa linea andiamo avanti. È ora di valorizzare l’esempio di Giorgio Marincola, per dare un segnale culturale e sociale chiaro, e restituire la giusta importanza e commemorazione agli eventi storici e ai loro protagonisti, divulgandone la memoria tra le nuove generazioni».

La storia di Giorgio Marincola è raccontata nel dettaglio nel libro “Razza Partigiana” scritto a quattro mani dagli studiosi Carlo Costa e Lorenzo Teodonio dietro l’impulso del partigiano Mario Fiorentini, che oggi ha 102 anni. Nato nel 1923, era figlio di un sottufficiale italiano e di una donna somala; si trasferì a Roma, nel quartiere di Casal Bertone, quando aveva 10 anni. Nel 1941 si iscrisse alla facoltà di Medicina ma nel 1943 lasciò gli studi ed entrò a far parte di un gruppo di partigiani. Dopo la liberazione di Roma, nel giugno 1944, continuò a combattere per liberare l’Italia dai tedeschi. Dopo il suo arresto, il 17 gennaio 1945, la polizia militare tedesca lo costrinse a parlare durante una trasmissione di Radio Baita durante la quale avrebbe dovuto denigrare la Resistenza. Al contrario, Marincola decise di esaltarla disprezzando il regime fascista. I nazisti lo torturarono e lo trasferirono nel Campo di transito di Bolzano. Il 4 maggio 1945 fu ucciso in Val di Fiemme, luogo dell’ultima strage nazista sul territorio italiano. Aveva solo 22 anni.

2 settembre 2020