Cura del creato, Bartolomeo: l’imperativo di vivere senza distruggere l’ambiente

Il messaggio del patriarca di Costantinopoli per la Giornata mondiale del 1° settembre. «Il futuro dell’umanità non è l’homo oeconomicus»

«È convinzione condivisa che, nel nostro tempo, l’ambiente naturale sia minacciato come mai prima nella storia dell’umanità. L’entità di questa minaccia si manifesta nel fatto che ciò che è in gioco non è più la qualità, ma la conservazione della vita sul nostro pianeta. Per la prima volta nella storia, l’uomo è in grado di distruggere le condizioni di vita sulla terra». Lo scrive il patriarca ecumenico di Costantinopoli nel suo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato che le Chiese di tutto il mondo celebrano oggi, 1° settembre. «Per quanto tempo ancora – aggiunge – la natura sopporterà le discussioni e le consultazioni infruttuose, così come ogni ulteriore ritardo nell’assumere azioni decisive per la sua protezione?».

L’idea di dedicare una parte dell’anno alla cura del Creato fu proposta dal defunto patriarca ecumenico Dimitrios I nel 1989. Da allora, l’impegno per l’ambiente è stato un tratto caratteristico e prioritario del patriarcato ecumenico, soprattutto sotto la guida di Bartolomeo, che ha poi trovato un alleato in Papa Francesco che nel 2015 dedicò alla questione ambientale l’enciclica Laudato si’. «Stiamo assistendo al dispiegarsi della distruzione dell’ambiente naturale, della biodiversità, della flora e della fauna, dell’inquinamento delle risorse acquatiche e dell’atmosfera, al progressivo collasso dell’equilibrio climatico», scrive il patriarca, declinando a una a una le ferite inflitte dall’uomo alla natura. In questa situazione, diventa oggi un «imperativo categorico» per l’umanità vivere «senza distruggere l’ambiente». Ma se a livello individuale e di molte comunità, gruppi, movimenti e organizzazioni si è radicata una «grande sensibilità e responsabilità ecologica», le nazioni e gli agenti economici camminano con un altro passo e non sono in grado di adottare «decisioni adeguate alla protezione del creato».

Bartolomeo ricorda anche le restrizioni che nel periodo del lockdown hanno prodotto una riduzione dell’inquinamento atmosferico, dimostrando la natura antropica della crisi ecologica contemporanea. «Non esiste un vero progresso fondato sulla distruzione dell’ambiente naturale – afferma -. È inconcepibile che si adottino decisioni economiche senza tener conto anche delle loro conseguenze ecologiche. Lo sviluppo economico non può rimanere un incubo per l’ecologia. Siamo certi che esista una via alternativa di struttura e sviluppo economico oltre all’economismo e all’orientamento dell’attività economica verso la massimizzazione del profitto. Il futuro dell’umanità non è l’homo oeconomicus».

Dal 1° settembre al 4 ottobre, i cristiani di tutto il mondo celebrano il “Tempo del Creato”. La celebrazione della Giornata di custodia del Creato e del Tempo del Creato ha da sempre assunto una dimensione ecumenica significativa, confermata nelle Assemblee ecumeniche europee organizzate congiuntamente dal Ccee e dalla Cec, a partire da Basilea (1989) passando per Graz (1997) fino a Sibiu (2007).

1° settembre 2020