Appello dalla Siria: «Non giratevi dall’altra parte»

Aiuto alla Chiesa che soffre raccoglie la testimonianza di una religiosa. Andrea Riccardi: «Intervenire con urgenza sulle parti in conflitto»

Aiuto alla Chiesa che soffre raccoglie la testimonianza di una religiosa sul posto. Andrea Riccardi: «Intervenire con urgenza sulle parti in conflitto»

«Per favore salvate Aleppo e le famiglie che ci vivono». È l’appello inviato dalla città siriana da suor Annie, lì per preparare i regali di Pasqua alle famiglie sfollate, raccolto dalla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre. Aleppo, scrive la religiosa, «è una città ormai abbandonata a se stessa, mentre tutto il mondo resta in silenzio».

Nella città contesa dai miliziani dell’Isis e dall’esercito regolare del presidente Assad, la terza città cristiana del mondo arabo dopo Beirut e Il Cairo, anche «la nostra Pasqua si è trasformata in un incubo – la testimonianza di suor Annie -: due giorni fa altre 165 famiglie hanno abbandonato le loro case dopo una pioggia di circa 40 proiettili sparati sulla città. Ne abbiamo trovato uno anche nella nostra cucina: siamo salve solo per volontà del Signore».

L’appello rilanciato da Aiuto alla Chiesa che soffre è rivolto a tutto il mondo occidentale: «Non giratevi dall’altra parte – le parole della religiosa -: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti». Patrimonio mondiale dell’umanità dal 1986, Aleppo, con i suoi 1 milione e 900mila abitanti, vive una vera e propria tragedia umanitaria, attorno alla quale suor Annie invita a «diradare i silenzi».

Dopo il recente bombardamento della scuola Saed al-Ansari, nel distretto di Mashhad ad Aleppo, che ha causato la morte di cinque alunni tra i 12 e i 15 anni e di tre insegnanti, anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi è tornato a invocare per la città siriana una tregua che permetta la cessazione degli scontri e il soccorso degli abitanti. «Ad Aleppo – dichiara – continuano a morire cittadini innocenti senza che la comunità internazionale proponga un’iniziativa per salvare la popolazione da un conflitto che in oltre due anni ha provocato migliaia di vittime e di sfollati».

Anche da Riccardi, autore dell’appello “Save Aleppo” lanciato il 22 giugno 2014, al quale hanno aderito numerosi rappresentanti delle istituzioni e della cultura, arriva dunque l’invito alla comunità internazionale a «intervenire con urgenza sulle parti in conflitto». L’obiettivo da raggiungere: l’«immediata apertura di un corridoio umanitario che permetta il soccorso degli abitanti». Non fare nulla, chiosa Riccardi, «equivale alla scelta di far morire in tempi terribilmente brevi chi è rimasto in città»

14 aprile 2015