Iraq: «Rispettare i diritti dei cristiani»

L’appello del patriarca Sako: «Lo Stato deve legiferare per istituire un sistema civile indipendente dalle credenze e dalle affiliazioni religiose e settarie»

Attraverso i canali del Patriarcato caldeo il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, rinnova il suo forte appello alle autorità irachene a «rispettare i diritti dei cristiani», soprattutto quelli legati all’istituto matrimoniale e alla libertà religiosa. Il primate  ribadisce che «i cristiani sono gli abitanti originari dell’Iraq» e come tali «hanno doveri da rispettare e godono di diritti che devono essere rispettati». Il riferimento è, in particolare, al fatto che in tema di diritto matrimoniale (eredità, alimenti, custodia dei figli e altro ancora) ai cristiani «viene applicato il diritto della tradizione islamica».

Il cardinale ripropone quindi il matrimonio cristiano, «fondato sull’amore reciproco», che «è contratto tra un uomo e una donna adulti, nel pieno delle loro capacità fisiche e mentali, senza nessuna coercizione né fisica né psicologica». Ribadito anche il “no” alla poligamia e al divorzio mentre per la nullità, «il riconoscimento spetta alla Chiesa sulla base di validi motivi». Ancora, mar Sako ricorda anche «il diritto della donna e dei figli di ereditare tutto dal marito. Le donne, inoltre, godono della parità con gli uomini e l’uomo non ha nessuna possibilità di pagare per ottenere in sposa una donna». Lo Stato, è la richiesta del patriarca, «deve legiferare per istituire un sistema civile che sia indipendente dalle credenze e dalle affiliazioni religiose e settarie», così come avviene in diversi Paesi anche arabi.

Altro punto toccato dal patriarca è “l’apostasia”, che nel diritto islamico è un reato passibile di morte. «Crediamo – scrive Sako – che sia giunto il momento per una legge che rispetti la libertà di coscienza, cioè il diritto di cambiare dottrina e religione senza subire alcuna pressione. La coercizione è incompatibile con la libertà della persona, con i diritti umani e con il Corano. La fede nasce dalla convinzione interiore e dalla libertà personale. Il cristianesimo rispetta la libertà di una persona di cambiare la propria religione di convinzione ogni volta che lo desidera». Da ultimo, la richiesta alle autorità di una clausola per indicare i «rituali religiosi o settari scelti dai contraenti per il loro matrimonio»e  di proclamare Natale e Pasqua «festività ufficiali per tutti gli iracheni». Il governo iracheno, conclude il primate della Chiesa caldea, «consideri seriamente queste questioni e trovi una giusta soluzione alla sofferenza dei suoi cittadini cristiani così come attestato dalla Costituzione irachena (articolo 2, paragrafo 2)».

17 luglio 2020