Frisina: Morricone, «maestro di stile»

Il direttore del Coro della diocesi di Roma ricorda il compositore morto all'età di 91 anni. Tra loro, un'amicizia trentennale e diversi progetti comuni

Un «maestro di stile», sempre attento ai minimi dettagli e fedele alla tradizione musicale italiana anche se riletta in chiave moderna con l’uso di tecniche e generi contemporanei quali il pop e in alcuni casi il rock. «Un grande esempio di musicista popolare e allo stesso tempo impegnato». Così monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della diocesi di Roma, ricorda Ennio Morricone, morto a Roma nella notte tra il 5 e il 6 luglio per le conseguenze di una caduta. Il sacerdote e il maestro nel 2016 avevano diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in occasione della seconda edizione del “Concerto con i poveri e per i poveri” che si svolse nell’Aula Paolo VI per rispondere al desiderio espresso da Papa Francesco di far germogliare attraverso la musica un seme di gioia e di speranza per e con i fratelli più bisognosi.

concerto ennio morriconeUn’amicizia, la loro, che risale a trent’anni fa. Frisina e Morricone infatti si erano conosciuti nei primi anni ’90 e il loro rapporto – che il sacerdote definisce filiale – si era rafforzato quando Frisina iniziò a comporre le musiche del progetto internazionale “Bibbia” trasmesso dalla Rai dal 1993 al 2002. Proprio a quegli anni risale il ricordo più «emozionante» del direttore del Coro della diocesi di Roma. «Avevamo già lavorato ad alcuni progetti comuni – ricorda -. Quando ho iniziato a scrivere le musiche per la Bibbia televisiva, mi ha accompagnato nella stesura delle colonne sonore e fu l’occasione per recarmi per la prima volta a casa sua a piazza Venezia. Dopo aver chiacchierato della mia formazione si alzò e mi accompagnò in una stanza nella quale, per sua stessa ammissione, non faceva entrare nessuno. Tanto che era chiusa a chiave. Era il suo studio, il luogo in cui componeva. Per me fu una grande emozione, c’erano particole manoscritte sul tavolino dove scriveva. Ripenso spesso a quel momento». Negli anni la loro amicizia è maturata e «le feste erano l’occasione per sentirsi telefonicamente».

Ennio Morricone era «un uomo di altri tempi» che lascia in eredità «il rigore compositivo». Come tutti i grandi geni non aveva un carattere semplice ma era un uomo «di grande bontà e di grande dolcezza mascherata a volte di rudezza», afferma Frisina. La sua severità e il suo rigore emergevano chiaramente quando componeva o dirigeva ma se in quei frangenti «poteva apparire un po’ duro», per tanti altri aspetti «era infinitamente tenero». Parlando dell’eredità lasciata dal maestro Morricone, il sacerdote rimarca che l’autore delle colonne sonore più celebri nella storia del cinema era una persona «di grande cultura musicale, di grande sapienza. Aveva tecnica e gusto musicale di altissimo livello. Per me è sempre stato un maestro di stile e di attenzione ai particolari a livello musicale. La sua è una eredità non solo per la musica da film ma proprio per la composizione, per la sua attenzione alla musica contemporanea ma alla maniera italiana. Lascia una grande eredità di sensibilità e di attenzione che saranno importanti se saranno lette in maniera giusta».

6 luglio 2020