Santi Pietro e Paolo, la preghiera di Francesco per gli anziani «lasciati soli»

Nell’Angelus, il Papa ha ricordato il «dramma» della loro solitudine, «come fossero materiale di scarto». Sant’Egidio: «Considerare il valore di chi è più fragile»

Prima un saluto «a tutti i romani e a quanti vivono in questa città», e la preghiera affinché «a Roma ogni persona possa vivere con dignità e possa incontrare la lieta testimonianza del Vangelo». Quindi, nella preghiera dell’Angelu di ieri, 29 giugno, festa degli apostoli Pietro e Paolo patroni della Capitale, Francesco è tornato a parlare della solitudine degli anziani, «un dramma dei nostri tempi».

«Donare la vita. La cosa più importante – ha detto – è fare della vita un dono e questo vale per tutti. I genitori verso i figli e i figli verso i genitori anziani. E mi viene in mente: tanti anziani sono lasciati soli dalla famiglia come, mi permetto di dire, se fossero materiale di scarto. La vita dei figli e dei nipoti non si fa dono per gli anziani», ha sottolineato il pontefice.

Nella lettura che ne dà la Comunità di Sant’Egidio, «le parole di Francesco rappresentano un pressante invito a tutti noi, a figli e parenti di persone anziane e all’intera la società, a non abbandonarli e a non deconsiderare il valore di chi è più fragile e avanti con l’età. Dopo le tanti morti registrate durate la pandemia, soprattutto negli istituti – si legge in una nota diffusa dalla Comunità -, quello che il Papa ha definito “un dramma dei nostri tempi”, cioè “la solitudine degli anziani”, deve essere in cima alle preoccupazioni di tutti, per costruire una società più umana».

La Comunità di Sant’Egidio, «convinta che si debba puntare sempre più sulla domiciliarità delle cure», prosegue nel suo impegno a fianco degli anziani, anche rilanciando l’appello “Senza anziani non c’è futuro”, «come contributo della società civile per disegnare un nuovo modello di sanità e di assistenza».

30 giugno 2020