Estate, i punti Joy di Sport Senza Frontiere

Centri diurni estivi, per bambini dai 3 ai 15 anni in condizioni di disagio sociale. Obiettivo: inclusione, formazione e cura del benessere, dopo il lockdown

Dopo il lockdown c’è ancora più bisogno di supporto per quei bambini e ragazzi che vivono in un contesto sociale, economico e psicologico a rischio. Non è semplice per nessuno questo periodo, a maggior ragione per loro. La onlus Sport Senza Frontiere ha la mission di usare lo sport per l’educazione, l’inclusione sociale e il benessere psico-fisico tramite percorsi sportivi in collaborazione con associazioni sportive, mediche e partner. Come spiega il presidente Alessandro Tappa, «garantire l’accesso allo sport a chi ne ha bisogno, portarlo dove non c’è e diffonderne principi e valori è il perno su cui poggiano le nostre attività. Lo sport svolge un ruolo fondamentale per l’inclusione e la formazione, promuove valori come lo spirito di squadra, l’inclusione sociale e la valorizzazione delle differenze che la pandemia ha acuito».

Con la fine della scuola e la ripresa delle attività per molti ragazzi può non cambiare nulla perché le famiglie non hanno diritto ad alcun bonus vacanza messo a disposizione dal governo, pur essendo in una situazione di bisogno. Per 400 di loro tra i 3 ai 15 anni  Sport Senza Frontiere ha organizzato dei Joypoint. «Questi bambini e ragazzi per cui non è prevista alcuna vacanza – spiega la psicologa Alessia Mantovani, della onlus -, in realtà ne hanno bisogno più che negli anni passati». Per questo è stato messo a punto il progetto Joypoint, «A causa della pandemia non è possibile realizzare il summer camp al Terminillo, come facemmo dopo il terremoto nel centro Italia per garantire un processo inclusivo anche a quei bambini. Allora ci siamo rivolti alle Società sportive della rete di SSF creando dei punti Joy nelle città in cui siamo presenti».

sport senza frontiere

Si tratta di centri diurni estivi all’insegna delle norme anticovid. «I ragazzi vengono accolti la mattina, fanno sport e laboratori. L’obiettivo: mettere in piedi socializzazione e apprendimenti motori». I Joypoint sono rivolti a ragazzi dai 3 ai 15 anni. I primi di luglio funzioneranno a Milano, Roma, Torino, Bergamo, Napoli e Rieti. Dureranno fino alla prima settimana di agosto per poi riprendere l’ultima settimana e chiudere la prima settimana di settembre. In base al numero di iscritti, in alcuni luoghi l’esperienza potrà durare anche per tutto agosto. «Il soggiorno è gratuito, le società sportive si fanno carico dei bambini e noi in cambio svolgiamo tre laboratori. Il laboratorio di espressione corporea e movimento creativo affidato ai nostri psicologi con un’azione di monitoraggio sostenuta dall’Università Cattolica di Milano. Tramite dei giochi motori i bambini raccontano le loro emozioni durante la pandemia. Poi “Io mangio da campione”, per capire come alimentarsi secondo un sano stile di vita in forma di gioco e con un video rap. Infine la mediazione digitale per farne un uso consapevole ed equilibrato».

Educazione, inclusione sociale e cura del benessere psico-fisico attraverso lo sport si rendono ancora più necessari dopo un’esperienza come quella della pandemia. «Siamo stati vicini a questi bambini nei mesi del lockdown, uscendo da quelli che sono i supporti che diamo in genere – dichiara il presidente Tappa -. Informazioni preventive sul Covid-19, distribuzione di beni di prima necessità, giochi e materiale didattico, tablet e connessioni internet. Un sostegno rivolto a famiglie e ragazzi garantendo anche il benessere psicofisico tramite il counseling psicologico, l’attività sportiva a distanza e un aiuto per i compiti».

26 giugno 2020