Libertà di stampa, «presidio fondante della democrazia»

A parlare è il ministro dell’Interno Lamorgese, nell’incontro del Centro di coordinamento attività di monitoraggio sugli atti intimidatori verso i giornalisti

Al 16 giugno, si contano 83 episodi di intimidazione e minaccia verso i giornalisti, con un trend di crescita rispetto agli anni 2018 e 2019, dove si sono registrati, rispettivamente, 73 e 87 atti intimidatori. È il dato emerso dall’incontro del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, che si è svolto ieri, 25 giugno, al Viminale.

Alla base, motivazioni di varia natura, inquadrabili in alcune macro aree: atti provenienti da ambienti della criminalità organizzata (10 episodi nel 2020); atti riconducibili a motivazioni socio-politiche (37 episodi nel 2020); atti provenienti da altri contesti (36 episodi nel 2020). Nel 2018 e 2019 circa un quarto delle intimidazioni è pervenuta via social network (24% per il 2018 e 23,5% per il 2019) mentre per il periodo considerato dell’anno in corso il dato è notevolmente aumentato, attestandosi al 43%. Dal punto di vista della collocazione territoriale, 70 episodi sul totale complessivo hanno interessato Lazio, Campania, Sicilia, Calabria e Lombardia.

«Sulle minacce e intimidazioni nei confronti dei giornalisti coinvolgeremo le prefetture con tavoli di analisi del fenomeno a cui parteciperanno l’ordine professionale e le associazioni di categoria, da convocare, in tempi brevi, anche da remoto – ha assicurato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese al termine della riunione -. La libertà di stampa rappresenta un presidio fondante della nostra democrazia, che va preservato e difeso in tutti i territori».

Gli episodi di intimidazione e minaccia verso i giornalisti, ha ribadito il ministro nel corso dell’incontro, sono oggetto di costante attenzione, ai fini della tempestiva adozione dei necessari interventi e delle più idonee misure di tutela, e gli esiti del primo monitoraggio, relativo al semestre gennaio-giugno 2020, saranno disponibili entro il prossimo mese di luglio. I rappresentanti dei giornalisti presenti all’incontro hanno chiesto di potenziare l’attività operativa contro il fenomeno attivando tavoli con i referenti locali delle associazioni di categoria nelle prefetture delle aree che registrano la maggiore incidenza, anche al fine di definire a livello locale gli interventi più idonei alla prevenzione, di avviare iniziative di formazione congiunta, di rafforzare lo scambio di informazioni tra i diversi soggetti interessati e di rivolgere una attenzione specifica agli atti intimidatori diffusi sulla rete social, in evidente crescita.

26 giugno 2020