Family Act, il Forum: «Clima positivo»

Il presidente nazionale Gigi De Palo: «Siamo fiduciosi sull’iter delle misure». L’auspicio: «Su famiglia e figli consenso politico sia trasversale»

«Siamo fiduciosi sull’iter delle misure per le famiglie e per i figli, perché il clima che si sta creando attorno all’assegno universale per figlio e al Family Act è di grande attenzione e di supporto generalizzato». Il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari interviene dopo che l’assegno unico per figlio, la proposta voluta dalla maggioranza di governo che promette di modificare in modo radicale il sostegno alle famiglie in Italia, ha superato il primo scoglio. La commissione Affari sociali della Camera infatti ha completato la votazione sugli emendamenti al testo che ora, dopo aver ricevuto i pareri prescritti delle altre commissioni, potrà giungere all’esame dell’Aula. Quando andrà in porto, il governo sarà così  delegato ad adottare, entro dodici mesi, uno o più decreti legislativi volti a riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale.

In particolare, osserva De Palo «nonostante i dovuti distinguo, giungono feedback positivi su questi provvedimenti non solo da esponenti della maggioranza, ma pure da quelli dell’opposizione. C’è voglia di collaborare e questo per noi è molto positivo. Grazie al lavoro fatto dal Forum delle associazioni familiari negli scorsi anni – prosegue -, di fatto oggi tutti i grandi partiti italiani hanno proposte analoghe a quella dell’assegno per figlio». Di qui l’auspicio che, «come accade per il made in Italy o in gran parte per le questioni di politica estera», almeno su questo tema «venga registrato un consenso trasversale, pari almeno all’atmosfera distesa che stiamo registrando in queste settimane», conclude il presidente nazionale del Forum.

Nel merito, una delle modifiche più rilevanti rispetto al testo iniziale riguarda l’ammontare dell’assegno, che non viene indicato nella sua misura (la proposta originaria parlava di 240 euro a figlio) ma lasciato alla determinazione in sede di decreti attuativi. L’importo viene però «modulato sulla base della condizione economica del nucleo familiare, come individuata dall’Isee o da sue componenti, tenendo conto dell’età dei figli a carico e dei possibili effetti di disincentivo all’offerta di lavoro del secondo percettore di reddito nel nucleo familiare». I criteri dunque sono quelli di «universalità e progressività», che prevedono la decorrenza del beneficio dal settimo mese di gravidanza  e un importo «maggiorato» a partire dal terzo figlio.

studenti università giovani ragazzi ragazzeAncora, il testo prevede che l’assegno, rivolto ai figli minorenni, sia assegnato – in un importo inferiore – anche ai maggiorenni a carico, fino al compimento dei 21 anni, «al fine di favorirne l’autonomia». Ciò sarà possibile «solo nel caso in cui il figlio maggiorenne frequenti un percorso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea, svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa limitata con redditi complessivi inferiori a un certo importo annuale, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro, svolga il servizio civile universale». In presenza di un figlio con disabilità invece il corrispondente assegno mensile sarà maggiorato rispetto agli importi standard «in misura non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento». Tale maggiorazione sarà graduata «secondo le classificazioni di condizione di disabilità». Se a carico, l’assegno sarà dovuto per il figlio con disabilità anche dopo il compimento dei 21 anni.

Fra i criteri di accesso all’assegno – «pienamente compatibile con la fruizione del reddito di cittadinanza» e «non considerato per la richiesta e per il calcolo delle prestazioni sociali agevolate» – c’è la condizione di essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale. Sono possibili deroghe per specifici casi, che possono essere concesse da una apposita Commissione nazionale istituita di comune accordo fra ministero per la Famiglia e il ministero del Lavoro e Politiche sociali.

«Si sono da poco conclusi positivamente in Commissione alla Camera l’esame e la votazione degli emendamenti al progetto di legge con cui istituiremo l’assegno unico universale», aveva commentato il ministro per la Famiglia Elena Bonetti, parlando di «un ulteriore passo verso l’approvazione». Soddisfazione, nelle parole della titolare del dicastero, «per questa collaborazione con il Parlamento, che ci permetterà di realizzare presto il primo pilastro del Family Act che abbiamo approvato l’11 giugno: l’assegno per tutti i bambini, mensile, dalla nascita fino all’età adulta».

26 giugno 2020