Dalla Cei una «rilettura biblico-spirituale» della pandemia

La traccia di riflessione per catechisti ed equipe diocesane, elaborata dalla Commissione episcopale per la Dottrina, l’annuncio e la catechesi

Una «rilettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia», destinata a credenti e non credenti, che prende le mosse da «un ascolto attento delle paure, dei bisogni e delle attese delle persone che, nel proprio contesto e con i propri strumenti, si sono trovate ad affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19». A offrirla è la traccia di riflessione “È risorto il terzo giorno”, elaborata dalla Commissione episcopale per la Dottrina, l’annuncio e la catechesi della Cei per accompagnare equipe diocesane, catechisti e quanti sono impegnati sul fronte dell’annuncio e dell’iniziazione cristiana.

Ad aprire il testo, le voci di un’impiegata, di uno studente, di un bambino, di un avvocato, di un cappellano, di un medico, di una casalinga, di un adolescente, di un volontario e di una segretaria. Pongono interrogativi sulla sofferenza, sul disorientamento e sulla morte, ma testimoniano anche la capacità di resilienza, la creatività e la riscoperta della dimensione domestica della fede. Nella traccia poi la Commissione episcopale colloca gli eventi recenti sullo sfondo del mistero pasquale di Gesù: dal Venerdì della morte in croce fino alla Domenica di risurrezione, attraverso il Sabato della deposizione nel sepolcro, evidenziando che «una lettura pasquale dell’esperienza della pandemia non può prospettare il semplice ritorno alla situazione di prima».

Per la Commissione infatti «la croce e il sepolcro possono diventare cattedre che insegnano a tutti a cambiare, a convertirsi, a prestare orecchio e cuore ai drammi causati dall’ingiustizia e dalla violenza, a trovare il coraggio di porre gesti divini nelle relazioni umane: pace, equità, mitezza, carità». Sono questi «i germi di risurrezione, i “lampi della Domenica”, che rendono concreto e credibile l’annuncio della vita eterna». Di qui la scelta, nell’ascoltare e dare dignità all’umanità ferita, di rilanciare l’invito di Papa Francesco a raccogliere la sfida dell’audacia e della creatività, ripensando «gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità».

24 giugno 2020