Coronavirus, Telefono Amico Italia potenzia il servizio WhatsApp

Quasi 2mila le richieste di aiuto arrivate in tre mesi, principalmente da donne trai 20 e i 40 anni. In crescita anche le chiamate al numero unico 02.23272327

Quasi 2mila conversazioni in tre mesi. L’emergenza Covid-19 ha portato a un picco nel servizio WhatsApp di Telefono Amico Italia, che ha visto ampiamente raddoppiare le richieste di aiuto e sostegno telefonico, soprattutto da parte di giovani e giovanissimi. A riferirlo è la presidente Monica Petra: «Abbiamo registrato un netto aumento di tutti i nostri servizi di ascolto: il numero unico 02 2327 2327, il servizio Mail@mica TAI utilizzabile attraverso la compilazione di un form anonimo sul nostro sito e, soprattutto, il servizio “WhatsApp Amico”, per cui abbiamo registrato un forte picco che ci ha spinto a potenziare subito questo strumento», affiancando altri centri territoriali ai volontari di quello di Padova, che lo gestiscono dal 2017, «in modo da poter offrire un servizio sempre più tempestivo e capillare».

Negli ultimi tre anni, riferisce Cristina Rigon, presidente di Telefono Amico Padova e vicepresidente di Telefono Amico Italia, «grazie all’impegno di 20 volontari abbiamo gestito quasi 7mila conversazioni WhatsApp. Ora, grazie alla partecipazione degli altri centri locali, i volontari in campo sono già più di 50 e sicuramente aumenteranno nei prossimi mesi, permettendoci di aiutare sempre più persone in difficoltà. Tutti – precisa – hanno seguito un corso di formazione specifico e molto approfondito, con focus sulla comunicazione scritta e le relazioni di aiuto tramite chat e messaggistica istantanea».

Negli ultimi mesi il servizio WhatsApp è stato utilizzato principalmente da donne (62% delle conversazioni), con età compresa tra i 26 e i 35 anni (29,8%) o tra il 36 e i 45 anni (23,4%) e il tema del Covid-19 è stato affrontato nel 38% delle conversazioni. La maggior parte degli utenti (54%) ha scritto ai volontari di Telefono Amico Italia per problemi legati alla macroarea del sé (disagi esistenziali, legati a prospettive di cambiamento, solitudine o bisogno di compagnia), ma sono stati segnalati anche problemi relazionali (36%) o connessi alla sensazione di emarginazione (8%). In alcuni casi sono stati messi in evidenza problemi specifici legati alla salute psichica, alla violenza fisica e psicologica, a problemi economici e lavorativi, a lutti o a pensieri connessi al suicidio.

Il servizio WhatsApp Amico è attivo tutti i giorni dalle 18 alle 21. Per chiedere aiuto è sufficiente scrivere un messaggio WhatsApp al numero 345.0361628. Nei mesi dell’emergenza sanitaria però, rimarca la presidente Monica Petra, «sono aumentate in maniera significativa anche le telefonate al numero unico 02.23272327, che, a differenza del servizio WhatsApp, è utilizzato principalmente da uomini (69%) con età compresa tra i 36 e 55 (50%)». Lo dimostrano i numeri: «Negli ultimi tre mesi abbiamo ricevuto più di 25mila chiamate, oltre il doppio rispetto alle chiamate ricevute lo scorso anno nello stesso periodo». In aumento anche le mail ricevute dal servizio Mail@mica TAI, utilizzato principalmente da donne molto giovani.

Nell’analisi di Petra, «la netta differenza dell’utenza dei nostri tre strumenti di ascolto è strettamente connessa alla familiarità e confidenza delle persone con i vari mezzi di comunicazione. Quando sentiamo il bisogno di raccontare le nostre emozioni, i pensieri e le emozioni che ci attraversano – spiega -, sentiamo la necessità di essere in situazioni confortevoli, perché raccontarsi è già faticoso e difficile. Ognuno sceglie, quindi, lo strumento che conosce meglio, col quale avverte di potersi esprimere meglio e con maggiore libertà». È anche possibile però «che, in condizioni diverse, la stessa persona scelga canali diversi: penso, ad esempio, alla privacy che consente la chat durante il viaggio in treno di un pendolare o la calma con la quale ci si può dedicare a ricercare le parole per una mail. Il telefono ha il valore aggiunto dato dal calore della voce, ma richiede anche condizioni favorevoli al dialogo. Ogni canale – conclude – ha i suoi momenti, ogni persona sceglie il suo modo per ricercare il dialogo».

Telefono Amico Italia, che da oltre 50 anni si prende cura delle persone che hanno bisogno di aiuto garantendo il totale anonimato, promuove da sempre la cultura dell’ascolto empatico come fattore di salute emozionale e raccoglie 20 centri di ascolto telefonico locali distribuiti in tutto il Paese, per un totale di 500 volontari.

11 giugno 2020