Lateranense, un team per gestire l’emergenza

A colloquio col rettore Buonomo, sul lockdown e sulle prospettive. «Docenti e studenti hanno risposto in modo appassionato e responsabile»

Se per le scuole è arrivato il termine delle lezioni, per le università sta per aprirsi un periodo intenso qual è quello della sessione estiva di esami, che quest’anno, a seguito dell’emergenza sanitaria per l’epidemia di Covid-19, dovrà tenere conto delle necessarie restrizioni e svolgersi in modalità online, la stessa che ha caratterizzato la didattica dallo scorso marzo. Vincenzo Buonomo, rettore della Pontificia Università Lateranense, guarda a questa particolare situazione «cercando, per quanto possibile, di prevenire le minacce e di concretizzare le opportunità». Quello che va evitato, avverte, è «cadere nella tentazione del tecno-entusiasmo che rischia di snaturarci e di renderci una sterile “universitas technorum”. Invece responsabilmente dobbiamo ricordarci e rafforzare la nostra missione che ha una doppia intensità – prosegue -: essere un’istituzione al servizio del Papa, che lo aiuta nel governo e nel ministero pastorale della Chiesa universale e della diocesi di Roma attraverso la formazione qualificata di ecclesiastici, religiosi e laici, nonché essere “Universitas studiorum”, cioè un luogo in cui si coniuga il sapere con la conoscenza, l’apprendimento con la ricerca, la formazione con l’insegnamento».

Il rettore, che è anche ordinario di Diritto internazionale alla Pul, ritiene che rispetto alla ripresa delle attività e dei corsi in autunno «sia ancora presto per prospettare e delineare scenari o progettare soluzioni standardizzate». La priorità sarà quella di «continuare a costruire comunità reale, favorendo la formazione in presenza – ancora le parole di Buonomo -, senza farci trovare impreparati per gestire la telepresenza, che ci auguriamo possa restare una soluzione residuale e integrata». Ancora, bisognerà «provare a gestire il rischio, adeguando scelte e azioni allo specifico della nostra realtà accademica, che ha una dimensione internazionale con studenti provenienti da 106 Paesi». Fondata nel 1773, la Pontificia Università Lateranense rappresenta infatti un centro di formazione accademica internazionale che oltre alla specifica formazione teologica, con i suoi diversi indirizzi di specializzazione, offre la possibilità di studiare Filosofia, Giurisprudenza, Scienze della pace, conseguendo titoli riconosciuti in Italia.

Buonomo constata come l’emergenza sanitaria «ci ha dato l’opportunità di sperimentare l’idea di “engagement”, cioè il coinvolgimento attivo e appassionato di tutti coloro che hanno contribuito, durante la prima fase della pandemia, a fare in modo che l’università potesse continuare con la sua missione». Importante è stato «non improvvisare ma pianificare in modo organico – aggiunge il rettore -, per questo motivo abbiamo creato all’interno dell’ateneo un “crisis team” che potesse gestire l’organizzazione della formazione avendo come primo obiettivo la sensibilizzazione di tutti gli interlocutori». Da subito, con l’avvio del lockdown, «abbiamo operato per salvaguardare la salute e la sicurezza della comunità accademica – illustra ancora -. Questo ha comportato l’adeguarci alle norme che prevedevano la cessazione dell’ordinaria attività universitaria in presenza fatta di lezioni, di eventi, di studio e ricerca in biblioteca e di prassi amministrative».

I risultati, «dopo un primo e fisiologico periodo di assestamento, sono stati positivi: docenti e studenti hanno risposto in modo appassionato e responsabile, assicurando che l’attività accademica calendarizzata non subisse sospensioni o alterazioni». In conclusione, Buonomo osserva che «la difficoltà maggiore è stata assistere a uno svuotamento progressivo dell’ateneo, non soltanto di persone ma soprattutto di ruoli e funzioni: non erano solo docenti e studenti a mancare, non era la presenza fisica, ma rischiava di indebolirsi l’idea stessa di università, l’identità consolidata di un sapere condiviso che fa della Lateranense un riferimento culturale per tante persone».

8 giugno 2020