Scuola, si lavora per riportare tutti in classe a settembre

L'incontro del premier Conte e del ministro Azzolina con enti locali, sindacati e rappresentanti delle realtà coinvolte. Giannelli (Associazione nazionale presidi): «Servono obiettivi e protocolli di sicurezza definiti, risorse adeguate e responsabilità ben distinte»

A ridosso della fine dell’anno scolastico, da marzo caratterizzato in tutta Italia dalla didattica a distanza a motivo dell’epidemia di coronavirus, ieri pomeriggio, 4 giugno, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina hanno incontrato gli enti locali, i sindacati e i rappresentanti delle diverse realtà coinvolte nella ripartenza delle lezioni a settembre.

Il premier ha affermato che «nell’emergenza siamo stati costretti a chiudere la scuola ma abbiamo tratto una lezione», quella relativa alle disparità generatesi tra gli studenti. «Ho sempre avvertito preoccupazione per chi non poteva accedere alla didattica a distanza – ha spiegato Conte -, quindi col nuovo anno scolastico l’obiettivo è tornare a scuola in piena sicurezza», perché la lezione da remoto «può essere un’opportunità in più per potenziare l’offerta didattica ma di certo dobbiamo ritornare in presenza». Anche Azzolina ha ribadito che l’obiettivo «è portare tutti a scuola in presenza, con un’attenzione particolare ai più piccoli, che hanno sofferto maggiormente in questo periodo». Quello per la scuola, ha poi aggiunto il ministro,«sarà un piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio». Ancora, «sulla scuola stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi di euro. Ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l’edilizia scolastica leggera».

Antonello Giannelli, ANP (Associazione Nazionale Presidi), scuola
Antonello Giannelli (ANP)

Al tavolo di lavoro ha preso parte anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, che sottolinea come «per la tenuta del Paese è fondamentale che la scuola riprenda a funzionare in presenza ma c’è molto da lavorare per raggiungere questo obiettivo. I dirigenti scolastici non possono garantire da soli la riapertura delle scuole in sicurezza». Per assicurare il distanziamento sociale, misura anti-contagio principale, «è necessario che gli enti locali reperiscano nuovi spazi e che il ministero incrementi la dotazione organica del personale -continua Giannelli -. Oltre alle maggiori risorse, servono anche procedure agili per assumere tempestivamente tutte le unità di personale indispensabili».

È anche «necessario che il governo si impegni a risolvere i problemi che si sono cristallizzati nel corso dei decenni e che oggi sono resi più visibili dalle ulteriori difficoltà causate dalla pandemia – prosegue il referente dei dirigenti pubblici -, a cominciare dalla messa a norma degli edifici scolastici, la cui inadeguatezza determina quotidianamente rischi per studenti e lavoratori». Ancora, Giannelli auspica che venga riconosciuto dal governo «il ruolo centrale dei dirigenti delle scuole»: è importante «metterli in grado di gestire con efficacia le risorse umane ed economiche, rivedendo di conseguenza le competenze degli organi collegiali che risalgono a quasi 50 anni fa e non sono più attuali». Al riguardo, per Giannelli «non è più rinviabile la revisione delle responsabilità penali datoriali, che vanno rese più eque e sostenibili».

Ancora, il presidente dell’Anp osserva come «la didattica dell’emergenza ha reso più urgente il ripensamento delle prassi didattiche e docimologiche, al fine di motivare gli studenti, accrescerne l’autonomia e favorirne il successo formativo». Riprendendo il pensiero del filosofo e sociologo Edgar Morin, Giannelli sostiene che «dobbiamo fare nostro il paradigma culturale della “testa ben fatta” anziché della “testa ben piena”. Questo specifico aspetto deve costituire oggetto di un massiccio e capillare piano di aggiornamento per il personale docente». Chiaro, per Giannelli, il piano di lavoro da seguire in vista della riapertura delle scuole a settembre: «Servono obiettivi e protocolli di sicurezza definiti, risorse adeguate e responsabilità ben distinte». I dirigenti della scuola «sono pronti, come sempre, a impegnarsi al massimo ma non devono essere lasciati soli», conclude.

5 giugno 2020