Santa Francesca Romana, la prima Messa con i fedeli

Le misure di sicurezza nella parrocchia dell’Ardeatino. Il parroco monsignor Brienza: «Due mesi di cenacolo. Il triduo pasquale, una sofferenza»

Nella parrocchia di Santa Francesca Romana, nel quartiere Ardeatino, dopo più di due mesi sono ritornati i fedeli per partecipare alla Messa delle ore 8.30, la prima dopo lo stop imposto a causa della pandemia da Covid-19, che permetteva solo l’apertura delle chiese ma non le celebrazioni aperte al pubblico. Infatti le ultime Messe si erano svolte il 9 marzo scorso, in concomitanza con le celebrazioni in onore della santa patrona. Ovviamente con le dovute accortezze, ma con la gioia nel cuore i fedeli si sono recati ordinatamente in chiesa con il parroco, monsignor Carmine Brienza, ad accoglierli sul sagrato.

I due mesi passati senza poter ospitare i fedeli in chiesa sono stati duri, ma come sottolinea il parroco, non è mai mancato il contatto con la comunità parrocchiale grazie alle dirette streaming e all’utilizzo dei social network, con i quali ha voluto mantenere saldo il legame con i suoi parrocchiani grazie ad appuntamenti quotidiani on line, come ad esempio un pensiero mattutino di due minuti con un commento al Vangelo, con una lectio divina settimanale, con una catechesi chiamata “pillola di teologia” e ovviamente con la Messa domenicale in diretta streaming. Come ricorda il parroco, «sono stati due mesi di cenacolo, i fedeli hanno sentito la mancanza dell’Eucarestia, ma adesso è il momento di ricominciare, non sarà semplice sia per via delle severe norme igienico-sanitarie sia per il tempo necessario ad acquisire nuove abitudini e prassi, ma ce la faremo».

Un pensiero va alle celebrazioni pasquali, che si sono svolte senza la presenza di fedeli, ma facendo uso dello streaming con la diretta della Via Crucis, dei riti del Giovedì Santo e del Venerdì Santo, mentre per la veglia pasquale si è optato per seguire quella di Papa Francesco. Certamente, come sottolinea ancora don Carmine, «per noi sacerdoti è stata durissima, quando ci incontravamo durante la giornata in parrocchia si vedeva che eravamo in grande difficoltà, il Triduo Pasquale è stata una sofferenza».

Stamattina circa cinquanta fedeli sono convenuti per la Messa, rispettando le direttive imposte dal protocollo per la riapertura e indicate su un cartello esterno che ricorda anche la capienza massima fissata a 200 persone. Indicazioni come ad esempio l’obbligo di indossare la mascherina e di igienizzare le mani all’ingresso, il distanziamento all’interno della chiesa (partendo dalle prime file di banchi e in modo ordinato, al fine di facilitare poi l’igienizzazione), con una entrata ed una uscita ben separate. Ovviamente cambiano anche alcune consuetudini durante la celebrazione, come ad esempio il momento dell’Eucarestia oppure lo scambio della pace, o ancora la modalità di lasciare offerte.

Tra una celebrazione e l’altra avviene un’igienizzazione dei banchi mentre a fine giornata avviene la sanificazione, al fine di rendere la chiesa un ambiente sicuro. Inoltre, grazie ai volontari, viene assicurato ai fedeli un servizio di accoglienza all’entrata e all’uscita, che ricorda di rispettare le regole e indica dove sedersi nei banchi e il divieto di assembramenti esterni.

Le attività dell’oratorio si sono svolte utilizzando i social network, in attesa di capire che cosa accadrà per l’apertura dei centri estivi. Inoltre la parrocchia segue abitualmente circa cinquanta famiglie con un pacco viveri mensile, al quale in questo periodo di crisi si è aggiunto anche un bonus di alcune decine di euro come supplemento.

«In attesa di domenica prossima», conclude il parroco, «questi giorni serviranno per rodare il tutto nella speranza che questa quarantena abbia aiutato i fedeli a recuperare il senso della propria interiorità, perché anche la partecipazione all’Eucarestia pubblica se non affonda le radici nel nostro cuore e nel nostro convincimento personale rischia di diventare ideologia da quattro soldi».

18 maggio 2020