25 aprile, l’omaggio di Mattarella da solo all’Altare della Patria
Celebrazioni in forma diversa per la Liberazione a causa dell’emergenza. Il messaggio del capo dello Stato. Raggi e Zingaretti a Porta San Paolo
L’immagine del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che il 25 aprile sale i gradoni dell’Altare della Patria da solo per rendere omaggio al sacello del Milite Ignoto, rievoca in qualche modo quella di Papa Francesco che il 27 marzo entrava da solo in piazza San Pietro per invocare la fine della pandemia. Nell’Italia in “lockdown” anche le celebrazioni per il 75° anniversario della Liberazione dal nazifascismo hanno assunto un valore nuovo. Le celebrazioni si sono spostate dalle piazze alla Rete, con il corteo virtuale #iorestolibero – associato a una raccolta fondi destinati a Caritas Italiana e Croce Rossa –, e sui balconi, dove sono state esposte bandiere tricolori mentre in tanti hanno intonato “Bella Ciao”.
Nella mattinata di sabato il presidente Mattarella da solo, mascherina bianca sul volto, ha raggiunto la cima della scalinata del Vittoriano dove è stato accolto da due corazzieri che hanno deposto una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto mentre veniva intonato il “silenzio”. «La pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case», ha scritto il presidente della Repubblica nel messaggio per il 25 aprile, esprimendo «partecipazione al lutto» dei familiari delle vittime del Covid-19 e «riconoscenza a tutti coloro che si trovano in prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali. Manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il nostro Paese».
Dopo aver riassunto i valori della Resistenza e della Liberazione, il presidente ha rimarcato la grande capacità degli italiani a superare le avversità, «peculiarità che deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale – ha infine scritto Mattarella -. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore. Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando».
Cerimonia insolita anche a Porta San Paolo, dove si sono recati il sindaco Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, accolti dal presidente dell’Anpi di Roma (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), Fabrizio De Sanctis. «Roma sarà sempre orgogliosamente antifascista», ha scritto il sindaco in un post su Facebook nel quale ha anche evidenziato l’importanza di ricordare ai giovani «le ferite provocate dal nazismo e dal fascismo». La memoria è l’unico «antidoto contro i germi del revisionismo e dell’odio che purtroppo si annidano ancora in alcuni settori della nostra società». Da Porta San Paolo ha quindi invitato a restare «uniti» in questo momento.
Ricordando coloro che si sono battuti per la liberazione dalla dittatura fascista, dando vita alla Repubblica, anche Zingaretti ha affidato ai social il suo augurio per il 75°, sottolineando che i valori di ieri sono ancora attuali per guardare fiduciosi al futuro. «Siamo tutti impegnati per sconfiggere il virus partendo dalle nostre vite, dalle scelte individuali, dal rispetto di comportamenti e regole che hanno stravolto la nostra quotidianità – ha scritto -. Ce la faremo ancora una volta se promuoveremo con l’Europa un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale e sociale: crescita per il lavoro, contro le nuove solitudini e le disuguaglianze».
Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi, intervenendo alla maratona virtuale #iorestolibero, ha rivolto il suo pensiero a coloro che «oggi chiamiamo anziani e i popoli primitivi riconoscevano invece come saggi. Ora che il terribile morbo del coronavirus si porta via tanti di questi saggi, a loro diciamo grazie: l’impegno nel vostro nome ci sarà anche nelle giovani generazioni». Ha quindi posto l’accento sull’importanza di trasmettere la memoria ai ragazzi. «È un grande impegno da assumere – ha detto –. Bisogna attivare la memoria e la solidarietà volgendo lo sguardo non solo verso il passato ma verso il futuro».
Poco prima delle 14.30 le Frecce Tricolori hanno sorvolato una Roma deserta per lanciare «un messaggio di speranza e di unità nazionale, in un momento critico – si legge sulla pagina Facebook dell’Aeronautica Militare -. Un messaggio rivolto a tutti, in particolare a chi soffre, a chi sta combattendo in prima linea negli ospedali e a chi resta a casa in attesa di tempi migliori». Alle 15 la Capitale si è animata con un flash-mob che ha coinvolto tutta Italia. Affacciati ai balconi giovani, anziani, interi nuclei familiari, che dopo aver intonato l’Inno di Mameli hanno cantato il brano partigiano “Bella Ciao”.
27 aprile 2020