Emergenza sanitaria, «urgente modificare criteri di accesso al Reddito di cittadinanza»

L’appello lanciato dall’Alleanza contro la povertà. Il portavoce Rossini (Acli): «Necessaria una revisione del sussidio per contrastare l’emergenza sociale»

Dall’Alleanza contro la povertà arriva un documento con le proposte da mettere in campo durante e dopo l’emergenza sanitaria, per fare fronte alla crisi in atto, legata alla pandemia di coronavirus. E con le proposte, un appello: «È urgente modificare i criteri di accesso al Reddito di cittadinanza in modo che, per il periodo dell’emergenza, si possa includere una platea più ampia di poveri». A spiegarlo, il portavoce dell’Allenza Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli. «L’acuirsi della crisi – afferma – rende necessaria una revisione del sussidio in modo che si possa contrastare l’emergenza sanitaria e sociale».

Per la rete di associazioni che si riconoscono nell’Alleanza, si legge nel documento, è fondamentale «accrescere il sostegno al reddito per coloro che si trovano in difficoltà economica in questa fase di assenza di lavoro, facendo in modo che questo possa risultare adeguato al sostentamento e possa raggiungere tutte le persone bisognose». In concreto, «ben vengano misure aggiuntive», tuttavia «riteniamo fondamentale agire anche sul Reddito di cittadinanza, sia per renderlo più adeguato alla fase attuale sia perché riteniamo che debba comunque essere in grado nel medio periodo di continuare a sostenere in misura equilibrata tutte le famiglie il cui reddito rimarrà insufficiente».

Proprio per questo, servirebbe, secondo l’Alleanza, «un potenziamento più consistente del Fondo accompagnato da un periodo di sospensione della condizionalità e da un’agevolazione dei meccanismi e delle pratiche di accesso anche attraverso l’allentamento di alcuni requisiti». Bisognerebbe agire «introducendo, da una parte, nell’immediato quei necessari aggiustamenti che ne permettano l’accesso anche a coloro che ne erano precedentemente esclusi e, dall’altra parte, modificando alcune sue caratteristiche “strutturali” per meglio adattarlo alle necessità dei nuclei più bisognosi e agli stessi bisogni emergenti durante questa crisi».

Ancora, nel documento si invita a «prevedere procedure velocizzate per chi intendesse “mettersi in chiaro” e richiedere il RdC, agendo, in via emergenziale e garantendo tempi di risposta molto rapidi, sull’Isee corrente per quei soggetti che dovessero presentare la prima domanda». Secondo l’Alleanza contro la povertà, «se ben disegnata, e coinvolgendo anche gli enti locali, la concessione del RdC durante questa fase di crisi potrebbe rappresentare una forma di “voluntary disclosure dei poveri” che potrebbe riportare in chiaro migliaia di lavoratori. In questo ambito potrebbero essere pensate norme specifiche – di durata prestabilita – relative agli impegni da stipulare nei Patti per il lavoro o per l’inclusione sociale, una volta finita la sospensione della condizionalità».

15 aprile 2020