Appello del Banco Alimentare per le famiglie in difficoltà

Non si ferma, pur tra le difficoltà di questo tempo di pandemia, l’impegno per 90mila assistiti Crescono le donazioni. Richiesta di utilizzare i fondi europei

La fame non va in quarantena. Molto più che uno slogan per i tanti volontari del Banco Alimentare del Lazio, impegnati fin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19 a fronteggiare povertà e spreco alimentare. Dopo una prima drastica battuta d’arresto che ha interessato principalmente la Capitale, la macchina organizzativa è ripartita, dando supporto alle sue oltre 400 associazioni convenzionate tra mense per poveri, centri di ascolto parrocchiali e associazioni di volontariato. «Sull’intero territorio regionale sono circa 90mila i poveri che continuiamo ad assistere nonostante il rallentamento dei servizi e la dilazione degli appuntamenti – spiega il presidente Giuliano Visconti -. Operiamo, dunque, nel pieno rispetto delle disposizioni a tutela della salute, tentando di rispondere a tutte le grandi richieste di aiuto che ci arrivano».

Per questa ragione Banco Alimentare del Lazio ha avviato un lavoro in sinergia anche con i Centri operativi comunali: «Fino ad ora – prosegue il presidente – ne abbiamo sostenuto una decina attraverso la donazione di generi di prima necessità». Una situazione emergenziale senza pari, quella affrontata dall’organizzazione che tuttavia ha potuto registrare in questi giorni non solo l’operatività del 70% delle strutture, ma anche un incremento delle donazioni dovuto per lo più alla chiusura delle attività di ristorazione. Risposte positive a cui si aggiungono, però, diverse criticità. Tra queste, il blocco dei tanti volontari “over 65” più esposti a rischio contagio e le restrizioni sui movimenti imposte dalle autorità.

«Fortunatamente la scorsa settimana la Regione Lazio ha offerto un grande riconoscimento al mondo del terzo settore – riferisce Visconti -. Ha emanato infatti un’ordinanza che permette ai volontari delle associazioni che si occupano di aiuto alimentare e aiuto farmaceutico la possibilità di derogare alle limitazioni stabilite dai Dpcm». Ancora, in questo momento di crisi il Banco Alimentare riscontra difficoltà anche nel reperimento dei fondi necessari all’attività di raccolta e distribuzione del cibo. «Tutto ciò rischia di pregiudicare l’operatività dell’organizzazione impegnata in queste settimane a far fonte ad un aumento delle richieste pari al 20% – commenta Visconti -. Nel giro di un anno, invece, ci aspettiamo nel Lazio un 40% in più di indigenti e assistiti totali».

Da qui la necessità di adottare sin da subito precise misure di sostegno: «Vista la situazione – aggiunge -, suggeriamo il finanziamento del Fondo di aiuti europei agli indigenti, il cosiddetto Fead, e del fondo nazionale per l’acquisto di generi alimentari destinati a quanti sono in stato di bisogno». Nel frattempo a fronteggiare l’emergenza coronavirus contribuisce, oltre all’impegno in prima linea dei tanti giovani volontari, anche l’aiuto offerto l’anno scorso dalla diocesi di Roma, tramite l’erogazione di un contributo di 32mila euro provenienti dall’8×1000. «In questo momento – precisa Visconti – diversi mezzi sono sostenuti proprio da quella importante donazione». Un concreto segno di vicinanza che il presidente auspica arrivi anche dalle istituzioni, dalle aziende, dai singoli perché ciascuno, secondo le proprie responsabilità, dia il suo contributo: «Rivolgiamo un appello all’industria agroalimentare affinché doni e continui a donare – conclude il presidente -. Questa emergenza non deve far venire meno l’attenzione a chi ogni giorno vive nel bisogno».

6 aprile 2020