Autismo, un papà: oggi possiamo guardare il mondo con “occhi diversi”

In un corto realizzato da Mario Cuozzo per la Giornata mondiale del 2 aprile, Alessio Saglio mostra come si può fare. Il protagonista è il figlio Adriano

«Chi guarda il mondo con occhi diversi può cambiarlo». Si chiude così il corto tutto italiano, che ha come protagonista un bambino con autismo: Adriano. A parlarne all’ agenzia Dire è il papà Alessio Saglio, in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza sull’autismo, celebrata ieri, 2 aprile. Adriano disegna un paesaggio naturale anche se davanti c’è solo una fabbrica che inquina. È questo che fa chi non si ferma alla superficie ma guarda il mondo con occhi differenti rispetto agli altri: quelli di un ragazzo che spera in un futuro migliore o quelli di un bambino “diverso”. Adriano è il giovane protagonista di un corto realizzato da Mario Cuozzo all’interno del corso multimediale presso l”Officina delle arti Pier Paolo Pasolini di Roma della Regione Lazio.

Il filmato, nato come esercizio all’interno delle lezioni di “tecniche di ripresa”, era stato pensato, inizialmente, con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema ecologico ma poi ha allargato il suo messaggio fino a rappresentare tutti coloro che vivono esperienze diverse dalla norma. Vite che, con il loro sguardo fuori dai canoni, possono aiutare a cambiare il mondo, in meglio. Il corto è stato realizzato in collaborazione con Saglio, che è anche docente di tecniche di ripresa. «Siamo partiti dal tema ecologico ma poi abbiamo deciso di parlare della diversità in genere, che comprende chi ha qualsiasi problema, ed è venuta fuori questa idea – racconta il regista – lavorare con Adriano è stato molto divertente, anche perché ha un talento innato per il disegno, quindi la difficoltà è stata fargli realizzare un’immagine che fosse il più possibile semplice, come l’avrebbe fatta un qualsiasi altro bambino della sua età».

In questi giorni legati all’emergenza sanitaria, inoltre, per bambini come Adriano la reclusione in casa è ancora più difficile da tollerare. «Per i bambini è una grande avventura, perché il dispiacere di non poter uscire viene colmato dalle attività che si fanno a casa – conclude Saglio – ma Adriano sente molto la mancanza del contatto con gli amici, anche se abbiamo riscoperto tecnologie che permettono la comunicazione con i suoi compagni. E tutto questo per il momento è molto divertente».

3 aprile 2020