Diocesi di Roma, senza sosta l’impegno con i più fragili

A colloquio con il vescovo Palmieri: iniziative per «prendersi cura con tenerezza di chi è più solo». Tra i volontari cresce il numero dei giovani

Offrire riparo, cibo e la possibilità di una doccia per garantire condizioni igieniche e di salute a tutti, specialmente ai più fragili, data l’emergenza sanitaria per l’epidemia di coronavirus. Questi gli obiettivi che orientano le iniziative di carità che la diocesi di Roma «sta portando avanti, non senza fatica e con sacrifici, per prendersi cura con tenerezza di chi è più solo». A dirlo è il vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri, delegato diocesano per la carità, che non nasconde le difficoltà legate a questo periodo. «Il numero dei volontari impegnati nelle attività caritative è diminuito – spiega – perché solitamente una buona parte è costituita da persone pensionate che in questo momento, per tutelare la loro salute e quella dei loro familiari, temendo il contagio, rimangono a casa»; e tuttavia, a fronte di questa temporanea perdita di disponibilità, «sono emerse delle risorse giovanili che sentono il desiderio di aiutare». Laddove poi si rivelasse necessaria la quarantena per quei volontari che accusino sintomi o vengano a contatto con persone malate, la diocesi «ha predisposto di utilizzare, come segno di vicinanza materna, gli ambienti della casa di accoglienza Bonus Pastor – dice il presule – per poter vivere lì il necessario periodo di isolamento, tutelando i propri familiari».

Il primo fronte di impegno dei volontari è quello degli ostelli: sono 360 le persone senza fissa dimora che la Caritas di Roma accoglie nei quattro presenti nella Capitale, a cui si è aggiunto il nuovo centro temporaneo realizzato nella “Fraterna Domus” di Sacrofano. «Si è concluso il 22 marzo il trasferimento lì di 90 persone – dice Palmieri -, dimezzando così le presenze nell’ostello alla stazione Termini, permettendo agli ospiti di restare per tutto il giorno rispettando le indicazioni per arginare il contagio». Ci sono poi le mense: «Quella della Caritas a Colle Oppio – fa sapere il vescovo – aprirà sia a pranzo che a cena per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria: si tratta di una misura straordinaria che consentirà di distribuire gli ospiti delle diverse mense, circa 1.200, in modo da ampliare gli spazi dove poter consumare gli alimenti o programmando gli ingressi senza creare situazioni di affollamento». La mensa di via Marsala continuerà a funzionare soltanto per gli ospiti del vicino ostello “Don Luigi Di Liegro” mentre quella di Ostia in Lungomare Toscanelli resterà aperta a pranzo e la cena sarà servita solo per gli ospiti dell’ostello “Gabriele Castiglion”.

Ancora, la mensa di via Dandolo è attiva tre sere a settimana ad opera della Comunità di Sant’Egidio , che «in tante altre parrocchie del territorio diocesano garantisce la distribuzione di pasti caldi», oltre che «di coperte e vestiario in oltre 100 presidi su Roma». Il servizio docce continua a essere garantito in alcune punti della città (tra gli altri, Opera don Calabria a Battistini, parrocchie di San Lorenzo in Lucina, in centro, e di San Francesco d’Assisi a Monte Mario), pur essendo calato il numero degli utenti e con la difficoltà legata alla sanificazione anti–contagio degli ambienti. Palmieri sottolinea poi «il bel lavoro di rete che si sta compiendo con il Comune, in sinergia con Polizia locale e Protezione civile, per garantire derrate alimentari e assistenza sanitaria nei campi rom della città » . Infine, il presule ricorda come l’attività dei centri di ascolto parrocchiali prosegua e invita a incentivare, « a opera di parrocchiani volontari, la “carità della porta accanto”» , fatta di attenzione alle persone anziane, «con un contatto telefonico per monitorare la loro situazione e magari per pregare insieme».

30 marzo 2020