Il 4 ottobre l’omaggio del Lazio a san Francesco

In vista del pellegrinaggio delle Chiese della regione per offrire l’olio della lampada sulla tomba, il custode del Sacro Convento di Assisi padre Gambetti ricorda che il Poverello è «l’anima inclusiva dell’Italia»
Il 4 ottobre di ogni anno, la basilica di San Francesco ad Assisi diventa il cuore pulsante di tutta l’Italia. In questa occasione, infatti, una regione a turno è incaricata di offrire l’olio per la lampada votiva che rischiara la cripta in cui sono contenute le spoglie del Poverello. La tradizione tra qualche settimana si ripeterà per il 75° anno consecutivo e spetterà alle diocesi del Lazio, per la quinta volta da quel lontano 1939 in cui san Francesco fu proclamato patrono d’Italia, recarsi pellegrine nella città umbra per rinnovare questo gesto di devozione. Un pellegrinaggio che, secondo il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, è innanzitutto un segno di «affetto e riverenza verso colui che seppe scuotere e illuminare il mondo con l’esempio della sua vita e con il suo messaggio di amore e di fratellanza universale, di cui si sente oggi un estremo bisogno».

Seguire le orme di Francesco significa dunque approfondire più da vicino la sua spiritualità. «Francesco – conferma padre Gambetti – è stato un uomo “controcorrente”, come lo sono molti giovani, e il suo messaggio è semplice e vivo. Questi sono i motivi principali che attraggono i giovani verso di lui». Ma, più in generale, «tutto il mondo è affascinato dalla figura di Francesco perché vede realizzati in lui i valori ai quali ciascun uomo aspira: libertà, pace con se stesso, gioia e fratellanza». Valori fatti propri anche dal vescovo di Roma, Papa Francesco, che ha scelto di chiamarsi come il Poverello di Assisi. «Il Santo Padre – sottolinea il custode del Sacro Convento – ha trovato in lui le sue tre priorità e lo ha espresso egli stesso in una delle sue prime dichiarazioni: ho scelto Francesco perché “uomo di povertà, uomo di pace, l’uomo che ama e custodisce il Creato”. Il volere una “Chiesa povera per i poveri” è perfettamente in linea con il messaggio di san Francesco, che ha fatto della sua stessa vita un esempio di povertà e virtù che il nostro Papa ha voluto seguire».

La preghiera per il vescovo di Roma accompagnerà il pellegrinaggio, che culminerà con l’omaggio del sindaco di Roma al Poverello d’Assisi, a nome di tutti i Comuni d’Italia, in un momento particolarmente difficile per il nostro Paese e per il mondo intero. Omaggio che rafforza ancora di più il forte legame tra l’Italia e il suo santo patrono. «San Francesco – spiega ancora padre Gambetti – rappresenta il dna, l’anima aperta e inclusiva dell’Italia che sospinge la speranza di affrontare con coraggio i momenti di crisi e di smarrimento. Egli rappresenta un faro spirituale e culturale non solo per i credenti ma anche per i non credenti». Tanto che, il 1° ottobre, alla Camera dei Deputati si terrà un evento per celebrare il 75° anniversario della proclamazione di san Francesco patrono d’Italia. Il cardinale vicario Agostino Vallini e i vescovi del Lazio, attraverso due lettere diffuse a luglio, hanno invitato i fedeli a partecipare numerosi al pellegrinaggio del 4 ottobre ad Assisi, sollecitando i sacerdoti a diffondere la notizia nelle parrocchie.

10 settembre 2014