Albano, l’ospedale Regina Apostolorum diventa Covid-19

Messi a disposizione 70 posti letto. I primi 20 pazienti già al terzo piano della struttura delle Figlie di San Paolo, che diventa hub della Regione Lazio

Nell’emergenza sanitaria in corso, l’Ospedale Regina Apostolorum di Albano, di proprietà delle Figlie di San Paolo e accreditato col Sistema Sanitario Nazionale, si è trasformato in punto di  riferimento della zona dei Castelli Romani per i pazienti affetti da coronavirus, diventando un hub Covid-19 delle Regione Lazio. I posti letto messi a disposizione sono 70. I primi 20 pazienti arrivati sono stati posizionati nel terzo piano della struttura, attrezzato proprio per fronteggiare al meglio i contagiati dal virus. Nei prossimi giorni sarà trasformato in reparto di Terapia intensiva tutto il blocco operatorio, realizzando 14 posti di rianimazione  dedicati  ai pazienti Covid-19; verranno dedicati 2 posti per turno a pazienti  infetti nel reparto Dialisi.

regina apostolorum albano ospedale «In un momento di grave pericolo – dichiarano dalla struttura -, l’Ospedale Regina Apostolorum viene quindi chiamato a rispondere alla sua prima vocazione: la cura delle persone infette da tubercolosi, cioè colpite da malattie polmonari. La Casa di cura era sorta dal cuore del fondatore don Alberione e di Maestra Tecla proprio per ospitare e curare le Figlie di San Paolo ammalate di tubercolosi che avevano bisogno di lunghe degenze in strutture ospedaliere laiche. Era una “casa di santificazione”, come l’Alberione amava chiamarla». In questo particolare momento, dunque, «ci uniamo a tutti i coraggiosi operatori sanitari e offriamo la preghiera perché sia debellato questo potente virus e perché si possa realizzare, anche oggi, l’aspirazione del Beato Alberione: “Che dalla Casa di cura si alzi un’ondata continua di riparazione per i peccati che si commettono con i mezzi moderni. Che salga un’ondata di grazia che si diffonda su tutte le persone che lavorano nell’apostolato affinché Gesù Maestro Via e Verità e Vita entri nella società e nel mondo».

24 marzo 2020