«La vita può risorgere dalle macerie»

Novembre 1981, la visita del cardinale vicario Poletti nei luoghi colpiti dal terremoto in Irpinia e Basilicata

Il 23 novembre 1980 alle ore 19.37 la terrà tremò per 90 secondi consecutivi in una zona compresa tra la Campania, la Basilicata e la Puglia. Il più esteso e rovinoso terremoto che l’Italia abbia avuto in questi ultimi anni. Tragico il bilancio: 2.992 morti ufficiali (ma sicuramente sono stati di più), circa 10mila feriti. La Caritas di Roma (in collaborazione con le Caritas locali e quella Italiana) immediatamente e massicciamente si prodigò e continua a farlo – tra difficoltà di ogni genere – in un’opera umile e silenziosa portando, per quanto possibile, lenimento alle «ferite ancora aperte» dei nostri fratelli del Sud.

Si tratta di una complessa opera di soccorso organizzata, coordinata, durevole nel tempo e affidata a progetti efficaci sempre ripuntualizzati secondo le emergenze ed attuati tempestivamente. Nonostante lo spirito di collaborazione con le Pubbliche Autorità e Istituzioni, la Caritas non svolge un ruolo di gregarietà né connota la sua azione secondo una concezione assistenzialistica, ma reca lo specifico della carità evangelica. Ed è in questo spirito di cristiana solidarietà, che lunedì scorso, proprio nel giorno del primo anniversario del sisma, il Cardinale Vicario Ugo Poletti ha visitato alcune di quelle zone (colpite)gemellate con le prefetture della nostra Diocesi. Nell’arco di un’intesa, indimenticabile giornata si è intrattenuto con quanti lo hanno avvicinato: giovani, anziani, bimbi, intere famiglie; per tutti una parola di conforto, una carezza, un’esortazione a perseverare, una risposta alle molte domande.

Ad accompagnare il Cardinale Vicario erano Mons. Clemente Riva Vescovo Ausiliare per il settore Sud di Roma, Mons. Luigi Di Liegro responsabile della Caritas di Roma, Mons. Franco Forconi responsabile della Fism Roma e don Giovanni Falbo, don Giuseppe De Filippi, don Diego Bona, don Gregorio Giuliani (i quali hanno attivamente collaborato ai «gemellaggi»). Prima tappa dell’itinerario è stata Atella un piccolo ed antico paese in provincia di Potenza. Qui il Cardinale Poletti, ricevuto dalle autorità religiose e civili, ha inaugurato un centro educativo assistenziale (per figli di emigrati) costruito in appena quattro mesi, dall’estate all’autunno, con la collaborazione delle prefetture di Ostia, Garbatella, S. Paolo. Questo complesso, progettato dall’ing. Franco Placidi, in prefabbricato pesante, per la sua solida struttura, risponde a criteri di non precarietà e si aggiunge ad altre numerose realizzazioni quali: centri polivalenti socio-pastorali, scuole medie e materne, centri diurni, mense e ambulatori per anziani per complessivi 7000 metri cubi di costruzioni antisismiche distribuite nelle trenta località della Basilicata e della Campania gemellate con le Prefetture ecclesiastiche di Roma.

Il Card. Poletti durante la S. Messa celebrata all’aperto insieme all’attuale Vescovo di Melfi e Rapolla (diocesi a cui appartiene Atella) Mons. Cozzi, Mons. Armando Franco (suo predecessore) Mons. Riva, Mons. Di Liegro, Mons. Forconi, il parroco di S. Maria di Nives ed altri sacerdoti, dopo aver recato il saluto del Papa, ha detto che l’Istituto è stato affidato alle Suore “Sorelle Misericordiose” (ordine fondato da P. Achille Fosco) quale segno qualificato del gemellaggio e perché resti più visibile la presenza cristiana nella difficile opera della ricostruzione. Quindi ha concluso: «Se può sembrare che noi abbiamo dato a voi è molto più quello che voi avete dato a noi richiamandoci al dovere della carità. Abbiamo ricevuto l’esempio della vostra pazienza, l’incoraggiamento a soffrire con dignità e senza disperazione. Accogliete quel poco che vi diamo con fraternità e quale vincolo d’amore con Roma».

Il Vescovo Cozzi, in risposta, ringraziando la Caritas Romana per la sua sollecitudine ed il Cardinale Poletti per la sua presenza, ha ricordato che il Papa con paterna premura già fu visitatore e portatore di speranza nelle ore successive al disastroso evento. Anche il Parroco della Chiesa di S. Maria ad Nives Riccardo Zingaro ha espresso la gratitudine sua e della sua gente e ha sottolineato che l’intervento Caritas si è bene integrato con le vestigia artistiche e religiose di Atella. Mons. Riva in qualità di vescovo Titolare di Atella ha parlato del suo personale impegno nella promozione dei gemellaggi e dell’approfondimento del vincolo di carità di Atella con Roma.

La visita è proseguita, nel pomeriggio, a Mirabella (in cui si osservava il lutto cittadino) vicino ad Avellino, una delle zone più duramente provate dal sisma. Presiedendo un incontro di preghiera – che precedeva una Messa in suffragio dei defunti – il Cardinale Vicario tra L’altro ha detto: «Le vostre sofferenze e la vostra volontà di continuare apriranno un futuro migliore ai vostri figli». Quindi altra sosta a S. Pietro sul Calore (una frazione a tre chilometri da Mirabella) in una cooperativa agricola sostenuta dai contributi della Caritas di Roma. L’iniziativa è molto importante e costituisce un mezzo idoneo, suscettibile di più vasta applicazione nell’immediato futuro. La libera associazione, il vicendevole apporto di mezzi o prestazioni e la mutua fiducia favoriscono la ripresa della vita economico-sociale. Ai vantaggi economici fa riscontro anche un’evoluzione professionale e morale dei lavoratori, indispensabile, specialmente in così tragico contesto, perché questi possano divenire compartecipi determinanti nella difficile opera di ricostruzione. A tale proposito il Cardinale Poletti ha detto: «Dirò al Papa, così attento alla dignità dell’uomo, di questo vostro confortante esempio di solidarietà nel lavoro».

La visita si è conclusa in serata ad Avellino: dopo una breve e commovente sosta al “Campo Genova” con i piccoli della scuola materna (realizzata dalla Fism-Roma e dalla Caritas romana) chiamati «fiori di speranza», il Cardinale Vicario ha presieduto nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria una solenne celebrazione alla quale hanno partecipato il Vescovo di Avellino Mons. Venezia e numerosi sacerdoti di Roma e del capoluogo irpino. Al Vangelo il Cardinale Poletti rivolto ai numerosissimi fedeli ha detto: «La città di Roma si è fatta sorella vicino a voi nelle vostre tribolazioni ed attese. Ho visitato luoghi, ho parlato con gente umile e semplice, ho pregato con quanti mi hanno accolto, ho visto i segni della sofferenza… problemi ardui di ordine spirituale, pastorale e materiale sopravanzano il nostro povero impegno, ma con l’aiuto di Dio nulla è impossibile: la vita, infatti, può risorgere dalle macerie… la vostra sofferenza può essere motivo di crescita spirituale: un patrimonio per voi ed anche per le generazioni future». Il Cardinale Poletti ha concluso dicendo: «La Diocesi di Roma sarà sempre al vostro fianco in questa faticosa, ma entusiasmante opera di ricostruzione e di risalita verso la Vita».

La Chiesa, dunque – e questa visita nelle zone devastate dal sisma costituisce un significativo esempio – sempre superando la tentazione di una catechesi teorica, si fa pellegrina tra le molte povertà e cerca di dare una voce alle molte voci della gente sofferente. L’impegno è multiforme e multidirezionale, in quanto l’attenzione è rivolta a tutto l’uomo (e non all’uomo pianificato dalle statistiche, funzionalizzato – come spesso purtroppo accade – a criteri ideologici di partito che resta, quindi, ignorato nelle sue attese fondamentali e offeso nella sua dignità). Di fronte alla Chiesa non solo urgenze spirituali, ma urgenze materiali strettamente dette. Le une e le altre si involgono: alle une ed alle altre occorre, perciò, dare conforto e risposta cercando di ridurre le opacità, di sbloccare le molte disperazioni con le ragioni della speranza. (Paolo Brocato)

29 novembre 1981