Case di riposo abusive, Acli: «Serve un patto per la terza età»

La Federazione anziani e pensionati e l’associazione provinciale di Roma: «La solitudine, prima alleata di truffatori senza scrupoli. Occorre un’azione di rete»

«Siamo sconcertati di fronte all’ennesimo caso di anziani maltrattati e truffati da persone senza scrupoli». A parlare sono Lidia Borzì e Francesco De Vitalini – rispettivamente presidente delle Acli provinciali di Roma e segretario della Fap (Federazione anziani e pensionati) di Roma e provincia -, in merito alla scoperta avvenuta ieri, 3 marzo, di due case di riposto abusive che erano state ricavate all’interno di dimore signorili ai Castelli Romani. Nella prima, a Velletri, priva di qualsiasi autorizzazione amministrativa e sanitaria, i militari hanno trovato tre anziani in condizioni precarie, mentre nell’appartamento di Albano Laziale, in pessime condizioni igienico-sanitarie, sono state scoperte sette persone, una delle quali in un locale interrato, umido e senza finestre.

Fap Acli e Acli Roma, da sempre in prima linea per la tutela e la promozione della terza età – a partire dai corsi contro le truffe e da quelli per l’autodifesa -, rivendicano l’impegno speso per sostenere «nonni e nonne» in un vero percorso di integrazione e socializzazione per aiutarli a combattere soprattutto la solitudine, «che è l’alleato perfetto di gente come quella che ha abusato di persone anziane e malate senza nessuna regola. Siamo convinti – aggiungono Borzì e De Vitalini – che occorra un’azione corale e di rete a tutela della terza età per evitare che fatti come quelli di oggi si ripetano e affinché “l’anziano” possa essere a tutti gli effetti un risorsa preziosa per tutte le nostre comunità».

4 marzo 2020