Intelligenza artificiale, firmato “Rome Call for AI Ethics”

All’Auditorium Conciliazione la presentazione, con i primi due firmatari: il presidente di Microsoft Brad Smith e il vicepresidente di Ibm John Kelly III

«La galassia digitale e la cosiddetta intelligenza artificiale si trovano al cuore del cambiamento d’epoca che stiamo attraversando. L’innovazione digitale tocca tutti gli aspetti della vita e incide sul modo di comprendere il mondo e noi stessi». Con queste parole di Papa Francesco si è aperta questa mattina, 28 febbraio, all’Auditorium della Conciliazione la conferenza di presentazione della “Rome Call for AI Ethics”, la Carta etica promossa dalla Pontificia Accademia per la vita che ha visto come primi due firmatari il presidente di Microsoft Brad Smith, e il vicepresidente di Ibm John Kelly III. Guardando alle sfide di oggi, il pontefice – che non era presente all’incontro ma ha inviato un messaggio – ha sottolineato la centralità di un «rinnovato impegno per la qualità umana dell’intera storia comunitaria della vita. Nostro compito è camminare insieme agli altri mettendo in collegamento esperienza e riflessione – è l’invito del Papa -. C’è bisogno di un’azione educativa più ampia e occorre maturare motivazioni più forti». Ancora, Francesco evidenzia: «Non basta semplicemente affidarsi alla sensibilità morale, occorre creare corpi sociali intermedi che assicurino rappresentanza alla sensibilità etica». E conclude: «La “Call” è un passo importante in questa direzione».

Roma Call for Ethics, pontificia accademia per la vita, Vincenzo Paglia, 28 febbraio 2020Una dichiarazione di impegno condiviso dunque per un’etica dell’intelligenza artificiale. È quanto rappresenta il documento firmato oggi dai due grandi player dell’industria e il cui valore è stato indicato da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita. «L’intento della Call è dar vita a un movimento che si allarghi e coinvolga altri soggetti: istituzioni pubbliche, ong industrie e gruppi per produrre un indirizzo nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie derivate dall’IA», ha spiegato. «Da questo punto di vista possiamo dire che la prima firma di questa Call non è un punto di arrivo ma un inizio per un impegno che appare ancora più urgente e importante di quanto fin qui fatto», ha proseguito il presule, indicando poi i tre grandi orizzonti tematici in cui si articola il documento: etica, educazione e diritto. Il primo si traduce «nella dedizione per la realizzazione delle condizioni della vita sia sociale che personale», ha precisato Paglia; il secondo, legato alla formazione, svolge un ruolo prioritario «nella costruzione di un futuro per e con le nuove generazioni»; infine, l’ambito giuridico, la cui rilevanza è legata alla formulazione di «norme e principi che tutelino le persone, specialmente i deboli e gli ultimi, e gli ambienti naturali», ha concluso.

Un appello concreto e dalla struttura aperta che muove da un principio fondamentale: l’intelligenza artificiale deve essere al servizio dell’umanità e non viceversa. Prospettiva, quest’ultima, che impegna i firmatari a rispettare l’applicazione di principi etici nella costruzione e messa in commercio di prodotti di IA. «Questa tecnologia è troppo importante per essere lasciata sola nelle mani di chi la crea – ha dichiarato il presidente Microsoft Smith -. Il mondo ha bisogno della Chiesa cattolica che parli per conto dell’umanità». In merito alla Call, ha aggiunto: «Si tratta di un testo importante in quanto ha come riferimento la persona e collega due concetti fondamentali: servire ma soprattutto proteggere gli esseri umani e l’ambiente». Ha fatto eco il vicepresidente Ibm Kelly III, secondo il quale «la macchina non può pensare da sola, per questo abbiamo a che fare con delle scelte che si devono basare sull’etica». E ha concluso: «Dobbiamo mettere l’IA a disposizione di tutto il mondo. Se riusciamo ad essere trasparenti e inclusivi sono sicuro avremo successo».

A ribadire la centralità di un dialogo costruttivo funzionale a coniugare sviluppo tecnologico e riflessione etica, anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il direttore generale della Fao Dongyu Qu e la ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano. «Nell’epoca della globalizzazione non regolare i processi può prevedere che molti effetti producano delle marginalizzazioni – ha dichiarato Sassoli -. L’IA può consentire infatti una concentrazione enorme di potere e questo a discapito dei più vulnerabili». Da qui l’auspicio di «una capacità di leggere i cambiamenti con lungimiranza e grande senso di responsabilità». Il presidente ha infine ribadito che «oggi più che mai abbiamo bisogno di elaborare politiche che consentano di cogliere i frutti del progresso tecnologico e garantire, al tempo stesso, il rispetto di quegli standard sociali che rappresentano per tutti noi conquiste irrinunciabili». Ad intervenire, per ultimo, il direttore della Fao Dongyu Qu, il quale ha evidenziato le potenziali implicazioni delle nuove tecnologie in agricoltura e nei sistemi alimentari: «L’IA significa novità anche nel campo della gestione e della governance rurale – ha spiegato -. Si tratta di tecnologie che possono migliorare la propria vita anche in termini più sostenibili».

28 febbraio 2020