«Taccia il frastuono delle armi». È l’appello di pace per la Siria pronunciato ieri, 23 febbraio, da Papa Francesco a Bari, al termine della preghiera dell’Angelus recitata dopo la Messa in Corso Vittorio Emanuele II, a cui hanno preso parte 40mila persone. «Mentre siamo riuniti qui a pregare e a riflettere sulla pace e sulle sorti dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo – ha ricordato il pontefice -, sull’altra sponda di questo mare, in particolare nel nord-ovest della Siria, si consuma un’immane tragedia. Dai nostri cuori di pastori si eleva un forte appello agli attori coinvolti e alla comunità internazionale, perché taccia il frastuono delle armi e si ascolti il pianto dei piccoli e degli indifesi; perché si mettano da parte i calcoli e gli interessi per salvaguardare le vite dei civili e dei tanti bambini innocenti che ne pagano le conseguenze». Quindi l’invito: «Preghiamo il Signore affinché muova i cuori e tutti possano superare la logica dello scontro, dell’odio e della vendetta per riscoprirsi fratelli, figli di un solo Padre, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. Invochiamo lo Spirito Santo – ancora le parole di Francesco – perché ognuno di noi, a partire dai gesti di amore quotidiani, contribuisca a costruire relazioni nuove, ispirate alla comprensione, all’accoglienza, alla pazienza, ponendo così le condizioni per sperimentare la gioia del Vangelo e diffonderla in ogni ambiente di vita». Da  ultimo, un ringraziamento «di cuore» a tutti i vescovi e a quanti hanno partecipato a questo incontro sul Mediterraneo come frontiera di pace, «come pure coloro – e sono tanti! – che in diversi modi hanno lavorato per la sua buona riuscita. Grazie a tutti! Avete contribuito a far crescere la cultura dell’incontro e del dialogo in questa regione così importante per la pace nel mondo».

Immediato, dalla Siria, il grazie di padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Knaye, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte, nella provincia di Idlib. «Grazie Santità per il suo sostegno morale e spirituale, grazie per aver pregato per la pace in Medio Oriente, dove si combatte, dove la gente è senza futuro, senza casa, senza tetto, al freddo, in mezzo alla neve. Grazie per tutti coloro che hanno pregato per noi in questo giorno in cui a Bari i vescovi del Mediterraneo si sono ritrovati intorno a Papa Francesco», dice attraverso l’Agenzia Sir. Parole, le sue, che giungono proprio dal nord ovest della Siria: dal governatorato di Idlib, ultimo bastione in mano agli oppositori del presidente Assad, dove infuriano i combattimenti tra l’esercito siriano, supportato dalla Russia, e le forze ribelli che fanno capo ai jihadisti di Tahrir al-Sham (ex Al Nusra) e all’Esercito nazionale siriano, sostenuto dalla Turchia. Nella zona è in corso una vera e propria catastrofe umanitaria con migliaia di bambini sfollati che rischiano la vita con temperature sotto lo zero. Secondo le Nazioni Unite, da dicembre scorso circa 700mila persone, su una popolazione di 3 milioni, sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa delle ostilità. «Siamo molto onorati per le parole del Santo Padre – è il commento del francescano -. Siamo una piccola pietra nella Chiesa universale e tutta la Chiesa prega per noi. Speriamo che un giorno la vera pace possa arrivare per il Medio Oriente e per la Siria».

24 febbraio 2020