Circa 390 morti e 2.359 feriti per terrorismo di matrice jihadista dal 2014 al 2019. È il primo dato che emerge dal Rapporto sul terrorismo e il radicalismo islamico in Europa di React, l’Osservatorio sul radicalismo e il contrasto al terrorismo che sarà presentato il prossimo 25 febbraio, dalle 16.30 alle 19, alla Camera dei deputati (Complesso di Palazzo Valdina), con il patrocinio del ministero della Difesa. «Con questo risultato – si legge nel testo – il terrorismo non mira solo ad uccidere e ferire ma a dividere le nostre società e a diffondere odio e intolleranza».

Dal Rapporto, spiega il direttore esecutivo dell’Osservatorio Claudio Bertolotti, emergono anche altri numeri: «18 gli attacchi terroristici ed episodi di violenza di matrice jihadista nel 2019: Francia (9), Italia (2), Paesi Bassi (3), Norvegia (2), Regno Unito (1) e Svezia (1), per un totale di 10 persone uccise e 46 ferite. La maggior parte delle azioni ha visto l’uso di coltelli (76%) e armi da fuoco (18%); solo in un caso (Lione) è stato fatto uso di esplosivi». Un trend in linea con l’evoluzione di un fenomeno che, aggiunge Bertolotti, «ha registrato in Europa, nel 2014-2019, 120 azioni violente “in nome del jihad”, con 390 morti e 2359 feriti: sette attacchi su dieci si sono concentrati nel periodo di massima espansione dello Stato islamico (2015-2017). Il 56% degli attacchi è registrato come fallimentare, il 22% è stato un successo tattico, il 78% ha ottenuto un risultato significativo in termini di danni riuscendo a limitare o condizionare le normali attività degli apparati pubblici o di mobilità urbana».

Il Rapporto offre una lettura completa e ragionata del fenomeno e del modus operandi terrorista ed è composto da 12 contributi d’analisi che spaziano dalla presentazione e valutazione dei numeri del “Nuovo Terrorismo Insurrezionale”, alla minaccia nel “dopo-Baghdadi”; dall’evolversi della comunicazione dello Stato Islamico alla situazione controversa e irrisolta dei foreign fighters; dagli strumenti virtuali del cyber-terrorismo, cyber-jihad e guerra dell’informazione, ai limiti normativi anche in campo di lotta al finanziamento del terrore; dal calcolo del tempo di attivazione dei soggetti radicalizzati, al capitolo droni e tecnologia, la questione spinosa e urgente della de-radicalizzazione e, non da ultimo, il nuovo approccio necessario per comprendere una minaccia che perdura.

L’Osservatorio React è composto da esperti e professionisti della società svizzera Start Insight, dei centri di ricerca della Università Cattolica di Milano “Itstime” e della Sapienza “Cemas”, e dalla Sioi. A React hanno aderito anche Europa Atlantica e il Grist, il Gruppo italiano studio terrorismo. React promuove gli studi, le ricerche e la discussione attorno al tema della radicalizzazione e del terrorismo in Europa. L’Osservatorio riserva un’attenzione particolare all’analisi dell’estremismo di matrice islamica, incluse le sue derive violente.

21 febbraio 2020