Mcl: costruire «pensiero e visione» su Roma e sulle sue criticità

Presentati all’Hotel Nazionale gli atti del convegno “Dai mali, le idee: proposte per Roma”. Il presidente Costalli: «È stato l’inizio di un confronto»

«Siamo partiti dalla denuncia delle criticità di Roma per arrivare a elaborare insieme idee, progetti e proposte concrete. Un percorso, il nostro, in cui è emerso con chiarezza l’appello a un impegno comune». Lo ha detto Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento cristiano lavoratori, chiamato a tirare le fila del dibattito tenutosi ieri pomeriggio, 19 febbraio, all’Hotel Nazionale, che ha visto la presentazione degli atti del convegno dello scorso 30 ottobre dal titolo “Dai mali, le idee: proposte per Roma”. «Quella giornata ha segnato l’inizio di un confronto e di una disponibilità, in primis tra il mondo cattolico ma non solo, a essere parte attiva nell’interesse di Roma e dei suoi cittadini», ha concluso Costalli.

Un auspicio, quello di una presa in carico condivisa e consapevole dei problemi della città, che esprime anche Barbara Barbuscia, presidente Unione territoriale Mcl Roma-Viterbo-Rieti: «Il Movimento sarà un’antenna vigile sul territorio – ha commentato -. Si farà portavoce dei malesseri dei cittadini stimolando amministratori, politici, associazioni e mondo cattolico a presentare proposte efficaci e concrete». Come quelle avanzate nel corso del convegno di ottobre e incentrate su uno sviluppo economico e produttivo finalizzato all’innovazione, a una linea di politica urbanistica “intelligente” e a una riqualificazione della città a partire dalle periferie. Provvedimenti difficili da attuare senza un lavoro in rete: «Pensare a quest’ultima come un luogo di incontro, di elaborazione di idee ma anche di collaborazione con l’amministrazione comunale consente di dare efficacia a quelli che sono gli strumenti che già lo statuto di Roma Capitale prevede, come le consulte o i forum – ha spiegato Barbuscia -. Tutto questo, quindi, per migliorare i servizi della nostra città».

Sull’importanza e centralità di una sinergia si è soffermato anche Pietro Giubilo, ex sindaco di Roma e vicepresidente della Fondazione Italiana Europa Popolare: «L’innovazione – ha rilevato – dipende dalle reti, ovvero università, imprese private, società di capitale e pubblico». Una sfida notevole profondamente connessa non solo al futuro della città ma anche a quello dei giovani. «Se guardiamo ad alcune recenti statistiche sull’indice di natalità o sul numero di giovani residenti a Roma, ci rendiamo conto di quanto questi dati siano decisamente più preoccupanti dell’inefficienza nella amministrazione e gestione dei servizi – ha proseguito Giubilo -. Occorre dunque ripensare le regole e impostare un modello diverso».

A ribadire l’apprensione sul futuro delle nuove generazioni e sulla loro dilagante “apatia” è Alfonso Luzzi, direttore generale del patronato Sias (Servizio italiano assistenza sociale): «C’è grande assuefazione e rassegnazione tra i giovani che vedono la città sempre più come luogo di passaggio e non come un luogo su cui costruire la propria vita lavorativa e familiare – ha sottolineato -. Da qui la necessità di iniziative da parte dei giovani che riguardino anche la qualità della vita dei luoghi nei quali vivono».

È dunque una situazione critica quella in cui versano la Capitale e i suoi cittadini ma in cui è possibile intravedere delle possibili vie d’uscita, soprattutto nella narrazione che ne viene proposta. «Bisogna costruire pensiero e visione su questa città – ha spiegato il giornalista Domenico Delle Foglie -. Roma, come ci ricorda Papa Francesco, avrà un futuro se condivideremo l’idea di città inclusiva, fraterna e aperta al mondo». Per costruire una nuova narrazione sulla Capitale occorre, quindi, «scardinarla e ripartire con progetti costruiti e definiti insieme».

20 febbraio 2020