Siria, l’appello dei vescovi: «Pregate per la pace»

Si combatte ancora a Idlib. Il francescano padre Hanna Jollouf: «Emergenza umanitaria mai vista: uno tsunami di persone». Le parole del Papa all’Angelus

Padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa, parla dalla sua parrocchia di Knaye, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte, nella provincia di Idlib ancora sotto controllo dei jihadisti di Tahrir al-Sham. Raggiunto dall’agenzia Sir, rilancia l’appello dei vescovi che parteciperanno all’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” in programma a Bari: «Pregate per la pace, pregate il Signore perché metta semi di pace nei cuori dei combattenti. Fermate il massacro! Non lasciamo che il Mediterraneo si tinga ancora del sangue di tanti innocenti, lasciamo che sia la vita a vincere e non la morte».

L’esercito siriano e le milizie alleate paramilitari, supportate dall’aviazione russa, riferisce il religioso, stanno avanzando nella zona sud della regione di Idlib, nel nordovest della Siria, controllata dalle forze ribelli che fanno capo in particolare ai jihadisti di Tahrir al-Sham (ex Al Nusra) e all’Esercito nazionale siriano, sostenuto dalla Turchia e di orientamento islamista. Nodo strategico è Saraqib, città di oltre 30mila abitanti, vicina alle due autostrade M4 e M5, che collegano rispettivamente Aleppo e Latakia e Damasco e Aleppo, assi portanti del sistema viario siriano. Fino ad ora gli scontri con l’esercito siriano hanno provocato la morte di 13 soldati turchi. Per padre Jallouf, «l’escalation degli scontri sta provocando un’emergenza umanitaria mai vista. Povera gente! È uno tsunami di persone, oltre 350mila, che fuggono dalla guerra. È una miseria incredibile».

Sulla situazione nel nord ovest della Siria era intervenuto domenica scorsa anche Papa Francesco, al termine dell’Angelus, ricordando le «notizie dolorose» che arrivano da lì, «in particolare sulle condizioni di tante donne e bambini, della gente costretta a fuggire a causa dell’escalation militare». Francesco ha rinnovato quindi il suo «accorato appello alla comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti ad avvalersi degli strumenti diplomatici, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del diritto umanitario internazionale, per salvaguardare la vita e le sorti dei civili». Poi, ai fedeli in piazza: «Preghiamo per questa amata e martoriata Siria».

12 febbraio 2020