Pochi dettagli pratici e molta politica: è il Piano di pace per il Medio Oriente presentato ieri, 28 gennaio, a Washington dal presidente Usa Donald Trump accanto al presidente israeliano Benjamin Netanyahu. Al centro, l’idea di Gerusalemme come Capitale «unita» dello Stato di Israele e la creazione di uno Stato palestinese che avrà una capitale nell’area di Gerusalemme Est e che sarà sostenuto da 50 miliardi di dollari di investimenti da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati.

«Nessuna proposta e nessuna prospettiva seria possono essere raggiunte senza l’accordo dei due popoli, israeliani e palestinesi. Queste proposte devono basarsi su pari diritti e dignità». È il commento che arriva dall’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa, che parla di un piano, quello di Trump, che «non contiene queste condizioni. Non dà dignità e diritti ai Palestinesi. Deve essere considerata un’iniziativa unilaterale, poiché sostiene quasi tutte le esigenze di una parte, quella israeliana, e la sua agenda politica. D’altro canto – rimarcano gli Ordinari cattolici -, questo piano non tiene davvero conto delle giuste richieste del popolo palestinese nei confronti della propria patria, dei propri diritti e della propria vita dignitosa. Questo piano – concludono – non porterà alcuna soluzione ma creerà ancora più tensioni e probabilmente più violenza e spargimenti di sangue».

Dalla Assemblea degli Ordinari – di cui fanno parte, tra gli altri, l’amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton – arriva anche l’auspicio che «i precedenti accordi firmati tra le due parti siano rispettati e migliorati sulla base della completa uguaglianza umana tra i popoli».

29 gennaio 2020