Coronavirus, accertati al momento 2.835 casi

Il ministro della Salute Roberto Speranza in audizione alla commissione Affari sociali della Camera. 81 i decessi. Le misure di prevenzione attivate dall’Italia

2.835 casi accertati, per un totale di 81 decessi. Sono i dati del Coronavirus 2019-nCoV arrivato dalla Cina riferiti ieri, 27 gennaio, dal ministro della Salute Roberto Speranza, in audizione davanti alla commissione Affari sociali della Camera dei deputati. «Sebbene l’Organizzazione mondiale della sanità non abbia ad oggi dichiarato l’epidemia un’emergenza di rilevanza internazionale, l’Italia ha comunque immediatamente attivato significative misure di prevenzione», ha assicurato il ministro.

coronavirus, controlli in ItaliaTra le misure messe in atto, il ministro ha citato la misurazione della temperatura corporea ma anche l’identificazione e isolamento dei malati, le procedure per il rintraccio e la quarantena dei contatti stretti. «Unitamente a un efficiente sistema di sorveglianza epidemiologico e microbiologico, queste misure possono consentire il rapido contenimento di eventuali casi – le parole di Speranza -. Risulta che l’Italia sia uno dei Paesi che ha adottato un approccio più protettivo, raccomandando sin dall’inizio dell’epidemia di posticipare i viaggi non necessari, applicando immediatamente procedure di controllo sui voli provenienti da Wuhan e da tutti gli aeroporti cinesi, attivando il canale sanitario e prevedendo misure di prevenzione diffuse tramite i più moderni sistemi telematici», ha aggiunto ancora il ministro.

Nel frattempo anche l’Italia si sta attrezzando per evacuare via aereo e rimpatriare i nostri connazionali bloccati a Wuhan, città epicentro dell’epidemia. Al momento ancora nessuno ha lasciato la città ma Stati Uniti e Giappone sembrano pronti mentre per l’Italia – e non solo – manca il via libera da parte delle autorità cinesi. Dalla Farnesina il direttore dell’Unità di crisi Stefano Verrecchia ha dichiarato che il governo, dopo aver proposto un piano di uscita via terra, «sta valutando l’idea di un trasferimento aereo» da realizzare il «prima possibile», ma che è molto complesso perché richiede l’autorizzazione di Pechino e appropriate misure sanitarie all’arrivo in Italia. Gli italiani che si trovano a Wuhan sono circa sessanta, nessuno presenta sintomi del contagio e non tutti ritengono necessario o preferibile abbandonare la città.

28 gennaio 2020