Bassetti: «Obiezione di coscienza, necessaria per il sì alla vita»

Il presidente della Cei, all’inaugurazione dell’anno accademico della Cattolica, invita a contrastare derive eutanasiche e denuncia la «sanità a due velocità»

La «cultura della sanità» è stata tra i nodi centrali del saluto del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenuto questa mattina, 23 gennaio, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «La domanda di salute – ha evidenziato Bassetti – è al primo posto nelle aspettative della popolazione così come la spesa pubblica in ambito sanitario è tra le più rilevanti».

In questo contesto la Facoltà di medicina e chirurgia, con il suo Policlinico universitario a cui si aggiungono i corsi di laurea in economia sanitaria, «rappresentano un riferimento importante», laddove il mondo della sanità «vive tensioni molto forti e in alcuni casi laceranti» anche in relazione al «dover gestire la rapidità dei progressi tecnologici e scientifici» mentre «il tema della sostenibilità della spesa sanitaria diviene ogni giorno più complesso».

Bassetti ha constatato che «il rischio di una sanità a più velocità e di servizi differenziati per aree geografiche è già, purtroppo, una triste realtà per molti» e lo dimostrano «i dati sulla mobilità sanitaria e sulla rinuncia a curarsi per motivi economici e carenza di servizi da parte di molti, soprattutto anziani». Da qui il richiamo, a braccio, a tanti «medici esemplari» che curano gratuitamente chi non se lo può permettere: «Una testimonianza esemplare», ha detto il porporato che ha anche esortato i docenti  a «rinnovare e rafforzare l’impegno educativo» nella consapevolezza che «per educare servono maestri che siano anche e soprattutto testimoni nelle azioni, come insegnava Paolo VI». Ecco allora il riconoscimento dell’«importanza del servizio educativo svolto da questo ateneo» in un’ottica di «formazione integrale della persona davanti al progressivo affievolirsi dei riferimenti tradizionali educativi», che denota «con maggiore gravità e urgenza la necessità per la comunità ecclesiale di farsi prossima nei confronti delle nuove generazioni».

Forte il richiamo di Bassetti all’obiezione di coscienza, che è «in certi casi, per voi, la scelta necessaria per rimanere coerenti al “‘sì’ alla vita e alla persona»; il porporato ha in particolare ripreso le parole del Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del malato del prossimo 11 febbraio. In ogni caso, rivolgendosi ai medici, «quando non potrete guarire, potrete sempre curare con gesti e procedure che diano ristoro e sollievo al malato», ha detto ancora, esortando a contrastare derive eugenetiche ed eutanasiche, valorizzando «il dialogo tra medico e paziente nell’ottica di un benessere complessivo della persona malata».

Anche il rettore dell’ateneo del Sacro Cuore Franco Anelli ha riconosciuto nel suo discorso «i compiti di testimonianza e di azione nel contesto scientifico, culturale ed educativo che ci vengono richiesti e affidati dai cambiamenti sociali in atto» e che «esigono una profonda elaborazione di pensiero». In particolare Anelli ha osservato come «la medicina contemporanea pone due grandi e fondamentali dilemmi: quello del rapporto con l’evoluzione scientifica e tecnologica e quello della sostenibilità economico-sociale dei sistemi di assistenza sanitaria».

Rocco Bellantone, preside della Facoltà di medicina e chirurgia, nella sua relazione ha invitato gli studenti «ad abbracciare e condividere sempre la sofferenza, dando una risposta concreta alla società dello scarto cui ci richiama spesso Papa Francesco». Riferendo i risultati raggiunti nell’ultimo anno accademico dalla Facoltà di medicina e chirurgia strettamente collegata al Policlinico Agostino Gemelli e che conta 5000 studenti e 50 corsi di laurea con sedi in tutta Italia, Bellantone ha osservato come «abbiamo operato per 363 progetti di ricerca, più di 1500 pubblicazioni e 20 brevetti attivi, sempre difendendo la vera scienza non fine a se stessa ma al servizio dell’uomo» e rifiutando «il concetto di una vita trasformata in un deposito di cellule». A chiudere la cerimonia inaugurale Guido Costamagna, ordinario di Chirurgia generale dell’ateneo, con una prolusione su “Le innovazioni e le sfide dell’endoscopia digestiva, immaginando il futuro delle terapie mini-invasive”.

23 gennaio 2020