Canonizzazione Francesca Lancellotti: si chiude la fase diocesana

La sessione in programma il 17 gennaio nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense. Il postulatore Rizzi: «È stata faro luminoso per Roma e per il Lazio»

Venerdì 17 gennaio, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense, si terrà la sessione di chiusura della fase diocesana della causa di canonizzazione di Francesca Lancellotti, morta a Roma il 4 settembre 2008. «Una figura poco conosciuta in ambito ecclesiale », ammette il postulatore monsignor Paolo Rizzi, ma auspica che la chiusura dell’inchiesta diocesana sia «l’occasione per far conoscere la testimonianza di una donna che è stata un faro luminoso per Roma e per il Lazio. Per oltre quarant’anni la sua casa è stata il punto di ritrovo per coloro che Papa Francesco definisce “periferie esistenziali”».

Nata il 7 luglio 1917 ad Oppido Lucano (Potenza), a 39 anni le apparve in visione l’arcangelo Michele, che le trasmise il messaggio di recarsi a Roma. «Per fede ha ubbidito e quattro anni dopo si è trasferita», ricorda il nipote Francesco Signorino, presidente dell’associazione Figli spirituali di Francesca Lancellotti, attore della causa di beatificazione. Donna semplice, esempio di madre e di sposa, incessantemente immersa nella preghiera, era «dotata di una straordinaria sapienza del cuore – prosegue monsignor Rizzi -. Sempre attenta e aperta ai bisogni del prossimo, specie dei sofferenti e dei poveri. Era dotata di grandi carismi, profezie e introspezione dei cuori». La sua casa era sempre piena di gente che chiedeva preghiere e consigli.

Dagli anni ‘60 a fine anni ’80 Francesca ha vissuto in un appartamento al quarto piano di via del Seminario. Il nipote ricorda che i suoi figli spirituali si mettevano in fila già al mattino presto e «ogni giorno c’era una catena di persone dal portone fin su al quarto piano. A tutti ripeteva: “Finché muoio sono a servizio di Dio, sono qui per servire, ma i miracoli li fa solo Dio”». Ha avvicinato alla Chiesa tante persone e la prima guarigione che otteneva era quella «spirituale del cuore», dice il postulatore. Era in grado di capire subito se qualcuno l’avvicinava per mera curiosità. Gli incontri sono proseguiti poi nell’appartamento di via Cavour dove ha vissuto fino alla morte.

«Nella nonna – sottolinea Signorino – c’era un abbandono totale alla volontà del Padre e ricordo che quando era guidata da Lui il suo volto si illuminava e cambiava espressione». Una volta al mese l’associazione celebra una Messa nella parrocchia di Santa Maria ai Monti. «Un gruppo in costante crescita grazie alla semplicità evangelica dell’associazione – dice il parroco don Francesco Pesce -. La testimonianza di vita di Francesca Lancellotti oggi si unisce al tema diocesano sull’ascolto del “grido” della città. L’ascolto è da sempre la peculiarità della Chiesa e lei ne è stata una buona testimone».

La cerimonia di chiusura dell’inchiesta diocesana sarà preceduta da una preghiera nel Santuario della Scala Santa, venerdì 17 gennaio alle 10.15. Sabato 18, alle 16.15, il postulatore presiederà la Messa di ringraziamento nella cappella Salus Populi Romani della basilica di Santa Maria Maggiore.

14 gennaio 2020