Tor Pignattara, l’impegno dei genitori della scuola multietnica Pisacane

Premiata dal presidente Mattarella Maria Coletti, fondatrice dell’associazione attiva nella scuola e nel quartiere. L’impegno per l’inclusione e la condivisione

Un seme di pace, anche se piccolo, è destinato con il tempo a germogliare e a moltiplicarsi. Ne è convinta Maria Coletti, 50 anni, fondatrice e rappresentante dell’associazione “Pisacane 0-11”, costituita dai genitori dei bambini iscritti all’omonima scuola, una delle più multietniche della Capitale, nel quartiere di Tor Pignattara. A lei è stato conferito lo scorso 20 dicembre dal presidente Sergio Mattarella il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana «per l’appassionato e coinvolgente contributo a favore di una politica di pacifica convivenza e piena integrazione». 32, in tutto, le cittadine e i cittadini premiati dal Capo dello Stato per il loro impegno civile, la dedizione al bene comune e la testimonianza dei valori repubblicani. «Ho ricevuto la notizia dell’onorificenza con grande sorpresa e gratitudine – racconta Maria, che nella vita è un’impiegata della cineteca del Centro sperimentale di cinematografia -. Sapere che da parte delle istituzioni c’è un’attenzione a una dedizione quotidiana dal basso ci ha riempito di gioia e ci ha incoraggiato ancora di più a puntare su pratiche propositive di lavoro comunitario».

Un impegno costante a favore dell’inclusione e della condivisione, quello dell’associazione “Pisacane”, nata nel 2013 per supportare la scuola con progetti rivolti al territorio e a una comunità di quartiere composita e ampia. «Tor Pignattara è una realtà popolare molto viva dove operano in rete numerosi gruppi e associazioni – spiega -. Definirlo un luogo problematico significa rimanere prigionieri di stereotipi e preconcetti che falsificano profondamente la realtà». Come quelli che gravavano sulla scuola dell’infanzia e primaria Carlo Pisacane, a lungo etichettata come «scuola ghetto» per il gran numero di studenti nati da famiglie di origine straniera. «Iscrivere mia figlia in questo istituto è stata una scelta molto sentita – prosegue Maria -. Da subito mi sono resa conto non solo dell’enorme ricchezza derivante dalle differenze presenti, ma anche degli effetti positivi che queste generano sulla didattica». Un modello educativo inclusivo, solidale e partecipativo, quello proposto dai docenti, che trova la sua continuità nei numerosi momenti di aggregazione proposti dall’associazione: dal doposcuola autogestito per aiutare i bambini nell’apprendimento dell’italiano ai laboratori di musica e fumetto; dal corso di arabo e cinese a quello di danza.

Interazione: è questo il pilastro su cui si fonda il modus operandi dei tanti volontari che donano ai bambini e alle loro famiglie il loro tempo e servizio. «Più che di integrazione preferiamo parlare di uno scambio reciproco e continuo – chiarisce -. Questo arricchimento ci convince sempre più dell’importanza di far sbocciare le unicità proprie di ogni bambino». Un dialogo virtuoso a tutti i livelli e una conoscenza pacifica dell’altro hanno così contribuito nel tempo a fare della scuola un punto di riferimento per il quartiere: le iscrizioni sono aumentate e da settembre 2020 apriranno anche alcune sezioni della scuola secondaria di primo grado. «Ogni scuola dovrebbe porre al centro l’educazione e l’attenzione alla complessità del mondo – commenta Maria -. In un momento storico dominato dalla violenza e dall’indifferenza, è necessario dunque ripartire dai futuri cittadini, anche se molti di loro sono italiani solo di fatto e non ancora di diritto».

È un clima di ascolto e condivisione quello che si respira alla Pisacane, dove ogni 18 dicembre si organizza una festa per la Giornata internazionale per i diritti dei migranti. «Quest’anno il tema era la memoria – spiega ancora la fondatrice dell’associazione -. Per l’occasione abbiamo installato di fronte alle cinque scuole dell’istituto Simonetta Salacone, di cui fa parte anche la Pisacane, delle pietre di inciampo in ricordo del giovane del Mali morto in mare con una pagella cucita nella tasca». È a lui che Maria ha voluto dedicare l’onorificenza: «Storie così dovrebbero farci riflettere sull’importanza di un impegno comune – conclude -. Solo insieme infatti è possibile fare la differenza».

13 gennaio 2020