Cresce il volontariato tra i giovani

Secondo uno studio dell’istituto Toniolo, il 91% lo considera un’esperienza utile. Il 75% promuove il Servizio civile universale

Secondo uno studio dell’istituto Toniolo, il 91% lo considera un’esperienza utile. Il 75% promuove il Servizio civile universale

Il 91% dei giovani italiani considera il volontariato un’esperienza formatva importante.  L”80,4% dichiara inoltre di essere “molto” o “abbastanza” d’accordo sul fatto che per tutti i giovani sia utile fare un’esperienza di impegno civico a favore della propria comunità, anche senza compenso in denaro. Ma a fronte di questi numeri, solo poco più di un intervistato, l’11,7%, è impegnato o ha svolto esperienza di servizio civile.

Sono questi alcuni dei dati del “Rapporto giovani” dell’istituto Toniolo, presentati oggi, 12 marzo,  dal prof. Alessandro Rosina, in occasione della tavola rotonda che si è tenuta a margine del Tavolo ecclesiale sul servizio civile, promosso dalla Caritas Italiana.  La conferenza si è aperta con il saluto di mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana e sono intervenuti anche l’ On. Donata Lenzi, della Commissione affari sociali della Camera dei Deputati, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire e l’On. Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Secondo lo studio, si evince che  i giovani italiani valutano positivamente il “Servizio civile universale” che il Governo sta attivando. Pur essendo attualmente poco conosciuto, possiede caratteristiche che la grande maggioranza dei giovani considera utili e importanti: consente, infatti, di esprimere valori di solidarietà e arricchisce il proprio saper essere e fare con competenze spendibili anche nel mondo del lavoro. Esperienza, quella del volontariato consigliata dall’80% dei giovani abitanti nel centro sud rispetto a quelli del nord, dove la percentuale si abbassa di circa 12 punti. Diferenze anche di genere tra le femmine, favorevoli all’80% contro i maschi fermi a 70%.

Più disponibili le donne del sud, mentre chi non è assolutamente interessato è solo una stretta minoranza degli intervistati (11% al nord, 4% al centro e 3% al sud). Tra gli aspetti considerati rilevanti dell’esperienza, ci sono “l’aiutare i giovani a crescere come persone”, “arricchire di competenze utili per la vita sociale”, “incentivare la formazione di cittadini attivi e indipendenti”.  Molto alti, pur venendo dopo, sono anche gli
aspetti della propria azione verso gli altri come “esprimere valori di solidarietà” e “rafforzare il senso di comunità”.

Secondo gli addetti ai lavori, i dati della ricerca del “Rapporto giovani”, condotta a fine 2014, confermano l’impressione che in Italia ci sia un’ampia domanda di partecipazione sociale dei giovani che finora, però, non ha trovato validi strumenti di valorizzazione.  I dati dell’indagine del Toniolo mostrano inoltre come i cosiddetti Neet- gli under 30 che non studiano e non lavorano – risultino, da un lato, quelli con meno esperienza di impegno sociale e, d’altro lato, quelli più interessati ad un’offerta con queste caratteristiche. Il 53% di essi dichiara un immediato interesse a svolgerlo, mentre il 23% vorrebbe saperne di più per valutare meglio la possibilità di farlo.

12 marzo 2015