«Dio abita in mezzo al suo popolo e vive la sua vita»

Il Te Deum del Papa e lo sguardo su Roma, «dal punto di vista di Dio». Alla Chiesa diocesana «è chiesto di incontrare gli altri e mettersi in ascolto della loro esistenza»

«Nella città Dio ha posto la sua tenda e da lì non si è mai allontanato! La sua presenza nella città, anche in questa nostra città di Roma, “non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata”». Come di consueto, la celebrazione dei Vespri del 31 dicembre, con il canto dell’inno di ringraziamento del Te Deum a conclusione dell’anno civile, è stata per Papa Francesco l’occasione di focalizzarsi su Roma, sulla realtà della sua diocesi. Lo ha fatto nella basilica vaticana, alla presenza tra gli altri del sindaco Virginia Raggi, prendendo spunto da due versetti della lettera di san Paolo ai Galati, che ricordano come «quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio». Il Redentore che nasce in una città piccola, Betlemme, vive in una città disprezzata, Nazareth, ma muore fuori della grande città, Gerusalemme, che dimentica rapidamente «le parole e i segni di salvezza che Egli compie».

Dunque Dio abita nelle case, nelle strade e nelle piazze della città, «abita in mezzo al suo Popolo, cammina con esso e vive la sua vita». Roma, “caput mundi”, non fa certo eccezione. «Vorrei stasera che il nostro sguardo sulla città di Roma cogliesse le cose dal punto di vista dello sguardo di Dio – ha detto il Papa -. Il Signore gioisce nel vedere quante realtà di bene vengono compiute ogni giorno, quanti sforzi e quanta dedizione nel promuovere la fraternità e la solidarietà. Roma non è soltanto una città complicata, con tanti problemi, con disuguaglianze, corruzione e tensioni sociali. Roma è una città in cui Dio manda la sua Parola, che si annida per mezzo dello Spirito nel cuore dei suoi abitanti e li spinge a credere, a sperare nonostante tutto, ad amare lottando per il bene di tutti».

Se in passato il pontefice non ha mancato di rimproverare Roma e i romani, questa volta ha avuto soprattutto parole di incoraggiamento e di speranza: «Penso alle tante persone coraggiose, credenti e non credenti, che ho incontrato in questi anni e che rappresentano il “cuore pulsante” di Roma. Davvero Dio non ha mai smesso di cambiare la storia e il volto della nostra città attraverso il popolo dei piccoli e dei poveri che la abitano: Egli sceglie loro, li ispira, li motiva all’azione, li rende solidali, li spinge ad attivare reti, a creare legami virtuosi, a costruire ponti e non muri». Tuttavia, serve anche una risposta concreta per non fermarsi alle buone intenzioni: «Il Signore cosa chiede alla Chiesa di Roma?», si è domandato Francesco. «Ci affida la sua Parola e ci spinge a buttarci nella mischia, a coinvolgerci nell’incontro e nella relazione con gli abitanti della città perché “il suo messaggio corra veloce” – la risposta -. Siamo chiamati a incontrare gli altri e metterci in ascolto della loro esistenza, del loro grido di aiuto. L’ascolto è già un atto d’amore! Avere tempo per gli altri, dialogare, riconoscere con uno sguardo contemplativo la presenza e l’azione di Dio nelle loro esistenze, testimoniare con i fatti più che con le parole la vita nuova del Vangelo, è davvero un servizio d’amore che cambia la realtà». Così facendo, infatti, «nella città e anche nella Chiesa circola aria nuova, voglia di rimettersi in cammino, di superare le vecchie logiche di contrapposizione e gli steccati, per collaborare insieme, edificando una città più giusta e fraterna. Non dobbiamo aver paura o sentirci inadeguati per una missione così importante – ha concluso Francesco -. Ricordiamolo: Dio non ci sceglie a motivo della nostra “bravura” ma proprio perché siamo e ci sentiamo piccoli».

Durante i Vespri è stata esposta la statua della Madonna Incoronata, proveniente dalla basilica santuario Madre di Dio Incoronata di Foggia, affidata all’Opera Don Orione. Al termine il Papa si è recato in piazza San Pietro a visitare il presepe artistico offerto dal Comune di Scurelle, in Trentino. Qui si è verificato uno spiacevole episodio le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, con una fedele che ha strattonato il pontefice tirandolo violentemente per un braccio. Il Papa per svincolarsi dalla morsa della donna è stato costretto a colpirla sulla mano, allontanandosi poi visibilmente contrariato.

2 gennaio 2020