Francesco: «Non c’è salvezza senza la donna»

Nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio il Papa ha ribadito che «ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna». Con Maria «Gesù ha inaugurato la rivoluzione della tenerezza. La Chiesa, che è madre, è chiamata a continuarla»

Maria, legame tra Dio e l’uomo, custode della vita, simbolo dell’unità della Chiesa. Nell’omelia pronunciata durante la Messa celebrata a San Pietro in occasione della solennità di Maria Madre di Dio nel primo giorno dell’anno, in cui ricorre anche la 53ª Giornata mondiale della Pace, Papa Francesco ha onorato la Madonna e in lei ha esaltato la figura della donna, commentando, come in occasione dei Vespri del 31 dicembre, un versetto della lettera ai Galati: «Nato da donna: così è venuto Gesù. Nel grembo di una donna Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più. In Dio c’è la nostra carne umana! Nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna. In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. È donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna».

Il Santo Padre ricorda che «dobbiamo ripartire dalla donna» perché «le donne sono fonti di vita. Eppure – ha sottolineato – sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo». Con parole forti, il Papa ha affermato che «ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità. Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati! Oggi – ha proseguito – pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore».

Nelle parole di Francesco, «è proprio della donna prendere a cuore la vita. La donna mostra che il senso del vivere non è continuare a produrre cose ma prendere a cuore le cose che ci sono. Solo chi guarda col cuore vede bene, perché sa vedere dentro». Ed ha aggiunto: «Mentre cominciamo il nuovo anno chiediamoci: “So guardare col cuore le persone? Mi sta a cuore la gente con cui vivo o la distruggo con le chiacchiere? E soprattutto, ho al centro del cuore il Signore? O – ha detto a braccio – ho altri valori, altri interessi: la mia promozione, le ricchezze, il potere… Solo se la vita ci sta a cuore sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge. Chiediamo questa grazia: di vivere l’anno col desiderio di prendere a cuore gli altri, di prenderci cura degli altri».

Il Papa ha poi fatto un’affermazione importante se contestualizzata nel clima di riforma della Chiesa: «La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace». Infine, il legame tra la Madonna e la Chiesa: «Gesù, appena nato, si è specchiato negli occhi di una donna, nel volto di sua madre. Con lei ha inaugurato la rivoluzione della tenerezza. La Chiesa, guardando Gesù bambino, è chiamata a continuarla. Anch’ella, infatti, come Maria, è donna e madre. Avvicinandosi a Maria la Chiesa si ritrova, ritrova il suo centro e la sua unità» che il diavolo cerca di distruggere.

All’Angelus il Papa ha invitato a iniziare il 2020 con un «atteggiamento di gratitudine e di lode» perché «non è scontato che il nostro pianeta abbia iniziato un nuovo giro intorno al sole e che noi esseri umani continuiamo ad abitarvi. Non è scontato, anzi, è sempre un “miracolo” di cui stupirsi e ringraziare». Facendo riferimento alla «pazienza dell’amore», il Papa ha ricordato che tante volte si perde la pazienza e riferendosi all’episodio avvenuto in piazza San Pietro la sera precedente, ha chiesto «scusa per il cattivo esempio di ieri». Quindi, ricordando la Giornata mondiale della Pace, ha invitato a fissare lo sguardo «sulla Madre e sul Figlio che lei ci mostra. Scendiamo dai piedistalli del nostro orgoglio – ha esortato -; tutti abbiamo la tentazione dell’orgoglio e chiediamo la benedizione alla Santa Madre di Dio, l’umile Madre di Dio. Così l’anno che inizia sarà un cammino di speranza e di pace, non a parole, ma attraverso gesti quotidiani di dialogo, di riconciliazione e di cura del creato». Dopo aver ringraziato il presidente Mattarella per gli auguri, il Papa ha concluso augurando «a tutti, credenti e non credenti, di non smettere mai di sperare in un mondo di pace, da costruire insieme giorno per giorno».

2 gennaio 2020