Ue, si vota sui diritti umani

Condanna delle ideologie che negano la libertà di espressione e delle violenze contro i cristiani. Non mancano temi controversi come l’aborto

Condanna delle ideologie che negano la libertà di espressione e delle violenze contro i cristiani. Non mancano temi controversi come l’aborto

«Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo». Questo il titolo del testo, sul quale è chiamato oggi, 12 marzo, a votare l’Europarlamento, riunito in sessione plenaria a Strasburgo. La relazione, stesa dall’eurodeputato italiano Pier Antonio Panzeri, si occupa di innumerevoli diritti violati nel mondo, con specifici riferimenti alla libertà, come quella di espressione, e di culto ma riguarda anche l’integrità fisica, le minoranze, la tutela delle donne.

Insieme ad argomenti condivisi da tutti, però, ne compaiono altri come l’aborto, il diritto alla famiglia, temi considerati, da una parte dell’europarlamento, di competenza degli Stati e non dell’Ue. Tra i paragrafi da evidenziare, quello sulla «libertà di pensiero, di coscienza e di religione o di credo» che, al numero 128 «condanna tutte le violenze e discriminazioni fondate sull’ideologia, sulla religione o sulle convinzioni personali». Il numero 129 invita invece «l’Unione e i suoi Stati membri a garantire che le minoranze religiose siano rispettate in tutto il mondo, in particolare in Medio Oriente, dove i cristiani, tra cui i cattolici, gli armeni apostolici, i copti e gli yazidi, nonché le minoranze musulmane, sono perseguitati dall’Is».

La relazione «condanna fermamente gli attacchi contro i cristiani in vari Paesi del mondo»; esprime «profonda preoccupazione per il numero crescente di episodi di repressione, discriminazione, intolleranza e attacchi violenti nei confronti delle comunità cristiane, in particolare in Africa, Asia e Medio Oriente». La relazione, in particolare, segnala «la situazione attuale dei cristiani in Corea del Nord, Somalia, Siria, Iraq, Afghanistan, Arabia Saudita, Pakistan, Uzbekistan, Yemen, Nigeria e molti altri Paesi, dove vivono nel timore di essere uccisi, torturati, stuprati e rapiti e vedono le loro chiese danneggiate o distrutte». Rilevante, al numero 156, la condanna della tratta di esseri umani, «ai fini dell’espianto degli organi e qualsiasi altra attività di sfruttamento che viola il diritto all’integrità fisica e infligge violenza». Non manca una forte condanna per l’aborto selettivo e le mutilazioni genitali, diffuse in numerosi Paesi.

12 marzo 2015